Non è un mistero che ogni mercato fiorente attira l’interesse delle organizzazioni mafiose. Il gioco d’azzardo non fa eccezione e non potrebbe esserlo date le sue caratteristiche attuali
COSENZA – Il mercato mondiale vede le persone spendere più di 400 miliardi di euro ogni anno in scommesse, andando ad arricchire un settore in continua crescita. Impossibile pensare di non fare gola alle associazioni illecite. Negli ultimi anni la polizia spagnola ha registrato un incremento delle attività illegali collegate alla ‘ndrangheta nel proprio Paese. Non è così impossibile immaginare una mafia italiana così impegnata all’estero. Soltanto quattro anni fa la camorra era considerata l’organizzazione mafiosa più presente nella penisola iberica. Tra il 2009 e il 2011 l’88% dei mandati d’arresto in Europa erano per membri della Camorra, una percentuale esorbitante. Oggi il vento sembra aver cambiato direzione, per spingersi verso la ‘ndrangheta. A suo vantaggio la struttura “a conduzione familiare”, che consente di rimpiazzare in poco tempo il boss arrestato o ucciso. È questo, riconosce la polizia spagnola, l’aspetto che contraddistingue l’organizzazione calabrese da altre illecite, che fanno più fatica a ricostruirsi.
Tra le attività illegali segnalate con maggiore frequenza c’è proprio il gioco d’azzardo, una fonte di guadagno non indifferente. In Italia il mercato legale muove ogni anno più di 90 miliardi di euro, di cui 10 vanno a finire nelle casse del fisco. Per le società mafiose riuscire a mettere mano anche solo su uno spicchio di questo mercato significa avere un serbatoio finanziario senza fondo. Una strategia applicata con frequenza prevede l’installazione di slot machine e videolottery non collegati alla rete di Stato, e quindi non soggetti alla tassazione e alle misure di sicurezza che caratterizzano il panorama italiano delle slot machine online AAMS. In questo modo è possibile per i gestori manomettere il software e modificare il payout medio, che si aggira intorno al 74% nel mercato terrestre e avvicina il 97% online.
Proprio l’azzardo su internet è motivo di particolare interesse per la ‘ndrangheta, che è stata accostata all’apertura di diversi siti “.com”. Solo nel 2016 ne sono stati chiusi più di cento, nella speranza di rimanere vicino ai giocatori. L’unico strumento a loro difesa rimane, almeno per il momento, il marchio AAMS, che contrassegna tutti i casinò (online e terrestri) che sono collegati alla rete di Stato e ne rispettano ogni standard legislativo. Se la Spagna ha dei grattacampo con la ‘ndrangheta, non si può affermare che la Calabria passi un periodo più semplice. La recente operazione Stige ha portato all’arresto di 169 persone legate a un braccio della ‘ndrangheta, con uno dei blitz più riusciti della storia recente. L’inchiesta ha evidenziato l’interesse dell’associazione per il gioco d’azzardo, con un particolare riguardo all’online. Sarà compito della regione riuscire a proporre un piano in grado di arginare il fenomeno. Quello esposto a dicembre per il contrasto alla ludopatia e al gioco illegale non ha convinto l’Osservatorio nazionale, che ha dato parere negativo. Un ripensamento dovrà partire dalla consapevolezza che la legalizzazione dell’azzardo online non ha allontanato le mafie dal mercato. Sarebbe un grave errore sottovalutare il pericolo costituito da quest’inquietante ombra che mina la sicurezza dei giocatori italiani.