Morire a 18 anni è terrificante, se poi si lascia la famiglia, gli amici, la fidanzata per mano di un assassino, la tristezza diventa un profondo e inconsolabile dolore. Un mare di gente oggi ha salutato Giuseppe
CROTONE – Giuseppe Parretta aveva solo 18 anni e oggi, in migliaia hanno voluto portargli l’ultimo saluto, tra lacrime, disperazione, sgomento. Perchè se è vero che la vita va avanti, è difficile immaginare che una vita possa spezzarsi così. In centinaia, ragazzi, adulti, commercianti, impiegati, amici, compagni di scuola, familiari e istituzioni hanno partecipato ai funerali. Un’intera comunità addolorata e ancora incredula per quella morte senza senso provocata dalla follia umana. Stamattina il corteo che ha accompagnato il feretro di Giuseppe dall’obitorio fino in Cattedrale, in piazza Duomo, era composto da migliaia di persone, tanti ragazzi raccolti in un enorme silenzio.
La vita di Giuseppe si è spenta a colpi d’arma da fuoco sabato scorso, il 13 gennaio in via Ducarne sotto gli occhi della madre, Caterina Villirillo, impegnata nel contrasto alla violenza sulle donne, e anche del fratello, della sorella e della fidanzata. Quei colpi li ha esplosi Salvatore Gerace, 56 anni, già noto alle forze dell’ordine. Giuseppe si spento dopo quel colpo in pieno petto; era uno studente del liceo artistico e lavorava saltuariamente come cameriere nei locali del centro di Crotone, per guadagnare qualcosa, così come fanno molti altri suoi coetanei. Un ragazzo dolce, simpatico, con la testa a posto, la cui vita è stata stroncata e spazzata di via con quattro colpi.
Stamattina al corteo funebre, dietro la bara bianca del ragazzo, il sindaco di Crotone, Ugo Pugliese e la mamma Caterina Villirillo, insieme ad altre autorità e rappresentanti istituzionali. Tutti gli esercizi commerciali hanno abbassato le serrande aderendo all’invito del sindaco che per oggi ha proclamato il lutto cittadino. Chiuse anche le persiane degli edifici pubblici, tra cui quelle palazzo comunale. Dopo il rito funebre, sul sagrato della basilica il sindaco ha rivolto un messaggio di saluto e di vicinanza alla mamma ed alla famiglia di Giuseppe: “Domenica, durante la fiaccolata, i crotonesi – ha detto – hanno dimostrato quanto sia importante rimanere uniti. Uniti anche nel dolore! Non nella rabbia, nell’odio e nella vendetta perchè sono questi i sentimenti che hanno ucciso Giuseppe. Mi ha molto colpito una foto di questo figlio mio…. Scusami Katia – ha detto rivolto alla madre del ragazzo – se ho detto “figlio mio”. Ma Giuseppe ora non più solo figlio tuo. Appartiene a tutti noi. Giuseppe appartiene a tutta la comunità cittadina. Le tue lacrime sono le nostre, il tuo dolore è il nostro dolore. E non ti lasceremo sola nel portare questo immenso dolore”.
“Viviamo sempre aspettandoci dal futuro quello che pensiamo di non avere nel presente, in una situazione di perenne attesa, di sospensione, affidando al futuro quella felicità che noi dovremmo chiedere al presente” Giuseppe era il presente ed aveva diritto ad un futuro. Aveva diritto ad essere felice”. “Come dare senso ad una morte così tragica?” ha detto Pugliese: “Facendo in modo che il futuro che non è stato di questo ragazzo sia il futuro di tutta la comunità di Crotone”.