All’indomani della presentazione della “Favola del piccolo Cisse” scritta da Franco Corbelli, abbiamo ricevuto la missiva dell’avv. Angela Maria Bitonti del foro di Matera, in qualità di difensore di fiducia del sig. Cisse.
COSENZA – L’avvocato Bitonti interviene in rappresentanza del papà del piccolo Cisse, protagonista della storia narrata nel suo libro da Franco Corbelli e sovverte tutta la “favola” puntando il dito contro Corbelli. Nella missiva si legge “avendo appreso dagli organi di stampa della pubblicazione del libro “La favola del piccolo Cisse” scritto da Franco Corbelli, presentato nel salone degli specchi della Provincia di Cosenza, il mio assistito – scrive l’avvocato – non ha espresso alcuna autorizzazione alla pubblicazione né tantomeno alla divulgazione della vicenda che riguarda il minore e tutta la sua famiglia. Si ritiene che, nel caso di specie, siano stati violati i diritti fondamentali della persona tra cui il diritto alla privacy ed alla dignità, tutelati tanto dalla normativa internazionale quanto da quella interna e di cui si intravvederebbero numerose violazioni”.
“Si evidenzia, ancora, che i numerosi articoli di stampa che si susseguivano, dal 15 luglio, data dello sbarco ad oggi, riportavano notizie, le più disparate, sulla condizione e le sorti del minore e della sua famiglia: una escalation di informazioni, con dovizia di particolari, come quella circa il presunto test del DNA effettuato per l’accertamento della paternità, e colpi di scena che riguardano una vicenda umana delicata quanto dolorosa”.
“Si riversava sulla famiglia Cisse, e sul minore in particolare, una curiosità oltre ogni misura che ne cagionava una sovraesposizione mediatica, della quale veniva informato anche il Garante per l’Infanzia della Regione Calabria, a mezzo pec a firma della scrivente, affinché si attivasse per far spegnere i riflettori sul caso. Si fa rilevare – scrive ancora l’avv. Bitonti – che nei vari comunicati stampa, concernenti la pubblicazione del suddetto libro, sarebbe stata data una rappresentazione della vicenda non veritiera, attribuendosi l’autore, meriti che non avrebbe avuto sia riguardo al ritrovamento del padre che alla liberazione della madre del minore. La vicenda del piccolo Cisse, al contrario, avrebbe dovuto essere trattata, da tutti coloro che hanno avuto modo di occuparsene, con il più stretto riserbo poiché meritevole di tutela rafforzata della privacy attesa la tenerissima età del bambino, ed attesa la capacità della stessa di incidere profondamente sulla vita del minore ed interferire con lo sviluppo armonico della sua personalità. Ad ogni buon conto il sig. Cisse, mio tramite, si riserva di agire in tutte le sedi opportune per la tutela dei diritti degli interessi del minore“.