Quattro crotonesi facevano fallire le società in difficoltà
Sono stati sottoposti alla misura cautelare in carcere quattro crotonesi accusati di aver fatto parte di un sodalizio delinquenziale con ramificati contatti al nord e che si occupavano di “far fallire”, presso il Tribunale di Crotone, società in difficoltà economica e gravate da debiti tributari rilevanti. Nel 2015, i finanzieri di Crotone hanno approfondito una serie di segnalazioni per operazioni sospette, e individuavato le tracce di un sistema criminale creato per costruire e condizionare fallimenti a Crotone. La Procura della Repubblica pitagorica, raccogliendo l’intuizione delle Fiamme Gialle, ha avviato una complessa indagine che, dopo circa due anni di analisi documentali, intercettazioni telefoniche, pedinamenti e servizi di osservazione, ha permesso di ricostruire il disegno criminoso.
Alberto Storari promotore dell’organizzazione criminale
Sono stati registrati infatti numerosi fallimenti decretati dal Tribunale che, stranamente, vedevano quali rappresentanti legali di tali società sempre le stesse persone, “teste di legno” appositamente assoldate da un “reclutatore”, tale Giuseppe Chiodo, uomo di fiducia del promotore dell’organizzazione delinquenziale, Alberto Storari, quest’ultimo residente in Novara ma con un passato crotonese (è stato residente in Cirò Marina per diversi anni impiantando attività commerciali). I due sono stati quindi arrestati insieme alle teste di legno, Francesco Corigliano, Luigi Pantisano, Antonio De Angelis che tra l’altro guadagnavano poche centinaia di euro da questa attività a fronte di rilevantissimi interessi economici sottesi al disegno criminoso, risultando comunque fondamentali allo schema posto in essere e ampiamente utilizzato da Storari, per compiere le distrazioni.
Ulteriori sodali con ruoli diversi ma ugualmente e utilmente determinati per la commissione della scientifica spoliazione delle società in difficoltà sono risultati essere Antonio Castello, dottore Commercialisti di stanza a Genova e l’Avvocato Ivana Massolo, residente anch’essa in Piemonte, con studio a Torino la quale curava la parte “legale” delle operazioni di “riassetto” delle società in decozione unitamente a Storari, vera mente dell’intero gruppo e, peraltro, con precedenti nella specifica attività criminosa. Fondamentale in tal senso, l’attività dei “professionisti”, ben più insidiosa e determinante di quella degli interpositori i quali, coscientemente, come dimostrano le intercettazioni telefoniche disposte, hanno posto in essere le operazioni commerciali, societarie e contabili, per avvantaggiare i propri clienti e spostare le responsabilità sugli associati crotonesi