ROMA – Audizione questa mattina in Commissione parlamentare Antimafia dell’ex ministro degli Affari regionali, Maria Carmela Lanzetta.
L’ex ministro è stata convocata per essere sentita sulle minacce e le intimidazioni ricevute dalla ‘ndrangheta (quando era sindaco di Monasterace, in provincia di Reggio Calabria, la sua farmacia fu incendiata, furono sparati quattro colpi di pistola all’auto e alla serranda della farmacia, le furono recapitate lettere di minacce) e per la sua rinuncia ad entrare nella giunta regionale calabrese, dopo essersi dimessa dall’incarico di ministro, per aver saputo che nella giunta c’è Nino De Gaetano, al centro di vicende di voto di scambio per le quali non è indagato ma che, ad avviso dell’ex ministro, non sono sufficientemente chiare. Sta di fatto che l’ex ministro si è limitata a dire al termine dell’audizione in Antimafia, presieduta dal presidente Rosy Bindi, che è durata poco più di un’ora solo poche parole: “Ho ripercorso la mia storia”. Secondo quanto si è appreso nel corso dell’audizione si è parlato sia delle minacce ricevute dall’ex ministro quando era sindaco, sia e soprattutto della sua decisione di rinunciare a fare l’assessore in Calabria per la presenza nell’esecutivo regionale di Nino De Gaetano, al centro di vicende di voto di scambio. Il clima sarebbe stato a tratti “acceso”, specialmente nel confronto tra Lanzetta e alcuni componenti della Commissione Antimafia. Ma alla fine avrebbe comunque prevalso la reciproca volontà di fare chiarezza.