Renzi taglia sulla Sanità: Oliverio tace, mentre insorge Paolini

CATANZARO – Dovrebbe essere nominato commissario per il piano di rientro dal debito sanitario in Calabria, ma il neogovernatore, ad oggi, non ha assunto alcuna posizione in merito ai tagli annunciati.

“Abbiamo appreso che le Regioni per fornire il loro contributo di risparmio nella spesa pubblica, richiesto dalla legge di stabilità 2015, mentre si preparano a rinunciare all’aumento del Fondo sanitario nazionale di 2 miliardi proposto dal Governo, chiedono un nuovo taglio di 350 milioni all’ospedalità privata accreditata, che assicura sul piano nazionale il 25% di tutti i ricoveri a carico del Servizio Sanitario nazionale e che assorbe soltanto il 15% della spesa ospedaliera, mentre in Calabria, assicura il 40% dei ricoveri costando circa il 10% della spesa ospedaliera“. E’ quanto afferma, in una nota, il presidente di Aiop Calabria Enzo Paolini. La richiesta che Paolini rivolge, in questo senso, al presidente della Regione, Mario Oliverio, è di “esprimere il proprio dissenso nell’interesse del Servizio sanitario regionale e di tutti i cittadini calabresi”. “È una proposta inaccettabile – prosegue Paolini – perché ancora una volta fa ricadere sui cittadini il peso del risanamento dei conti pubblici, tagliando le prestazioni. In questo modo, inoltre, si continua ad evitare di affrontare il vero nodo nei conti della sanità: gli sprechi e le clientele diffuse nella gestione pubblica degli ospedali.

 

Aiop ha calcolato che se la rete degli ospedali pubblici, gestiti dalle Regioni, a parità di prestazioni erogate, fosse capace di spendere il proprio denaro con la stessa efficienza del privato, si risparmierebbero almeno 6 miliardi di euro all’anno senza ridurre la quantità e la qualità delle prestazioni offerte al cittadino. Invece, con la proposta delle Regioni si colpisce la rete degli ospedali privati accreditati mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro e centinaia di milioni di investimenti che il privato accreditato vuole continuare ad impegnare nei prossimi anni per migliorare ancora di più la qualità delle proprie strutture”. “Se la Calabria fosse colpita, anche solo marginalmente da questo demagogico ed irresponsabile provvedimento – conclude – ne conseguirebbe una ulteriore insostenibile penalizzazione di strutture che assicurano gran parte dei livelli essenziali di assistenza ed assorbono livelli occupazionali indispensabili per far sopravvivere più di cinquemila famiglie calabresi“.

 

I tagli alla sanità, conseguenza degli oltre 5 miliardi di tagli imposti alle Regioni tra Legge di Stabilità e vecchie finanziarie Monti e Letta, potrebbero arrivare a quasi 2 miliardi di euro. A darne conferma oggi è stato il coordinatore degli assessori regionali al Bilancio, Massimo Garavaglia, che al termine della Conferenza Stato Regioni, nel corso della quale l’intesa non è stata pero’ trovata ed è slittata di una settimana, ha detto: “Ad occhio, i tagli a carico della sanità saranno di due miliardi”. Anche il sottosegretario all’Economia, Pierpaolo Baretta, non nasconde che “il problema è la natura dei tagli. Dobbiamo trovare una soluzione che eviti decurtazioni a carico delle fasce deboli, rischio che può esserci. Serve un accordo quadro che definisca le voci su cui avverranno i tagli. Tagli in sanità sono possibili, l’importante – conclude il sottosegretario – è che non siano sulle prestazioni e che le conseguenze non siano negative per la popolazione”.

 

 Tagliare il Fondo sanitario nazionale ”è una vecchia ricetta improduttiva”, critica il presidente di AssoGenerici, Enrique Häusermann, secondo il quale “è davvero stupefacente che dalle amministrazioni regionali, in risposta alle esigenze di riduzione dei bilanci, si prospetti quello che di fatto è un taglio lineare alla spesa sanitaria”. L’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) si appella al premier Matteo Renzi e al ministro della Salute Beatrice Lorenzin contro i tagli alle prestazioni sanitarie. ”Le Regioni, per fornire il loro contributo di risparmio nella spesa pubblica richiesto dalla legge di stabilità 2015, mentre si preparano a rinunciare all’aumento del Fondo sanitario nazionale di 2 miliardi proposto dal Governo, chiedono un nuovo taglio di 350 milioni all’ospedalità privata accreditata”, denuncia l’Aiop. I due miliardi di tagli sarebbero il frutto del mancato incremento del Fondo sanitario che per il 2015 sarebbe dovuto passare da oltre 110 miliardi lo scorso anno, a oltre 112 miliardi quest’anno e a 115,4 nel 2016.

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