‘Ndranghetista calabrese ucciso nel Ragusano, il presunto autore si è costituito a Gioia Tauro

GIOIA TAURO (RC) – Si è costituito a Gioia Tauro il presunto autore dell’omicidio di Michele Brandimarte, il 53enne ucciso in un agguato ieri a Vittoria, nel Ragusano.

Si tratta di un giovane di 23 anni, Domenico Italiano, di Gioia Tauro, che si è costituito al Commissariato di Polizia della città del porto, affermando di essere l’autore dell’omicidio. Secondo la prima versione fornita ai poliziotti da Italiano, che ha solo un precedente per stalking, lui e Brandimarte, che si trovavano assieme sul corso principale di Vittoria, hanno avuto una lite che poi è degenerata. Non si conosce al momento, l’oggetto della discussione scoppiata tra i due e finita nel sangue. Italiano avrebbe anche consegnato la presunta arma del delitto. La vittima, assassinata con 7 colpi di pistola, era esponente di spicco dell’omonima famiglia, legata alla cosca di ‘ndrangheta Piromalli-Molè di Gioia Tauro e il delitto sarebbe maturato nell’ambito della gestione del traffico internazionale di droga. Le indagini serrate, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Catania, hanno permesso di risalire subito al presunto killer, che è un calabrese. Gli inquirenti subito dopo il delitto, grazie allo scambio di informazioni avevano creato terra bruciata intorno al fuggitivo. L’uomo è ancora sotto interrogatorio.

L’omicidio

La vittima è stata colpita mentre si trovava in una zona centrale del paese, all’incrocio tra la vie Roma e Cavour a Vittoria. Testimoni hanno visto due uomini fuggire dopo la sparatoria. La vittima aveva precedenti per 416-bis, associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di droga e altri reati. La sua famiglia è stata coinvolta, negli anni scorsi, in una faida con i Priolo, altra famiglia imparentata con i Piromalli. Lo scontro andato avanti per alcuni anni ha provocato cinque morti e un ferito grave, Giuseppe Brandimarte, fratello della persona uccisa in Sicilia. La faida ebbe inizio nel 2011 con l’uccisione di Vincenzo Priolo, di 29 anni, da parte di Vincenzo Perri (28), nipote di Brandimarte, cui seguì, sempre nello stesso anno, il tentato omicidio di Giuseppe Brandimarte, fratello di Michele. Poi, nel dicembre 2012, in pieno centro a Gioia Tauro, venne ucciso Giuseppe Priolo, di 52 anni, zio di Vincenzo e, successivamente, a gennaio 2013 si verificò l’omicidio di Vincenzo Bagalà (22), amico di Vincenzo Priolo. Due fratelli di Brandimarte, Antonio e Alfonso, vennero arrestati l’estate scorsa nell’ambito dell’operazione “Puerto liberado” condotta dalla Guardia di finanza con il coordinamento della Dda di Reggio Calabria e che ha portato alla luce l’esistenza di un gruppo dedito all’importazione di cocaina dal Sudamerica attraverso il porto di Gioia Tauro. Sull’omicidio ha aperto un’inchiesta la Direzione distrettuale antimafia della Procura di Catania, con il sostituto Valentina Sincero.

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