Che il settore ferroviario in Calabria fosse precario e allo sbando è un dato di fatto, ma dai dati forniti da Legambinete emerge una situazione su convogli, tratte e servizi per i pendolari drammatica
COSENZA- I treni sono sempre meno, la maggior parte in ritardo o soppressi all’ultimo minuto, per non parlare dello stato in cui versano le carrozze… quasi da Terzo Mondo. Però i pendolari continuano ad aumentare, soprattutto per i costi derivati dall’utilizzo dell’auto. In Italia sono almeno tre milioni i pendolari che si muovono quotidianamente utilizzando il servizio su rotaia. Rispetto al 2009 le risorse stanziate dallo Stato per il trasporto pubblico su ferro e su gomma sono diminuite del 25% e le Regioni, a cui sono state trasferite nel 2001 le competenze sui treni pendolari, nella maggior parte dei casi non hanno investito né in termini di risorse né in termini di miglioramento della qualità del servizio offerto. In Calabria la situazione è un disastro totale. Anche quest’anno la campagna Pendolaria di Legambiente ha inteso denunciare la fatiscenza e l’inadeguatezza del trasporto pendolare su treno mettendo in evidenza le 10 linee peggiori d’Italia per i pendolari nel 2014.A rendere evidente la situazione sempre più complicata che vivono i pendolari sono i tagli realizzati nelle diverse parti del Paese, con la riduzione del numero di treni lungo le linee, a cui si è accompagnato in quasi tutte le Regioni italiane un aumento delle tariffe. La Calabria è la regione italiana dove ci sono stati più tagli di servizi e treni sulle tratte regionali (-16,3%) a fronte di un aumento tariffario che registra un + 20% come evidenza la tabella in basso.
Le 10 linee ferroviarie peggiori d’Italia nel 2014 secondo Legambiente. La classifica delle linee peggiori d’Italia mette in evidenza le situazioni più gravi del trasporto ferroviario pendolare in Italia. E’ una selezione sulla base di situazioni oggettive e proteste, che però accomuna molte linee in Italia e che rispecchia quanto poco le Regioni ed i Governi hanno fatto nel corso degli ultimi anni e quanto le situazioni già critiche dei pendolari siano diventate insopportabili. Complessivamente dal 2010 a oggi a seguito dei tagli sui trasferimenti da parte del Governo si possono stimare tagli pari al 6,5% nel servizio ferroviario regionale, con differenze tra le diverse Regioni ma dentro un quadro in cui diventa ogni giorno più difficile salire su un treno. A rendere evidente la situazione sempre più complicata che vivono i pendolari sono i tagli realizzati nelle diverse parti del Paese, con la riduzione del numero di treni lungo le linee, a cui si è accompagnato in quasi tutte le Regioni italiane un aumento delle tariffe. Le linee sono state scelte in base a criteri oggettivi per evidenziare la scarsa qualità del servizio: i problemi di ritardi e tagli dei treni, la tipologia dei treni utilizzati sia per capienza sia per età, la carenza di orari adatti per l’utenza pendolare, la frequenza dei convogli, la condizione delle stazioni.
Al 6′ posto tra le linee da incubo c’è la Catanzaro Lido – Lamezia Terme – In calabria, dove da tempo si denunciano le gravi carenze nel settore relativamente alla tratta jonica, evidenzia una situazione drammatica sulla linea Catanzaro Lido-Lamezia Terme, lunga 42 km a binario unico, che risulta strategica nei collegamenti regionali perché unisce i versanti tirrenico e jonico della Calabria, tanto da aver fatto proporre la sua elettrificazione più volte negli ultimi anni. Il problema è che dopo il taglio di circa 10 milioni di euro da parte della Regione sul Contratto di Servizio avvenuto la scorsa estate la linea Catanzaro Lido-Lamezia Terme Centrale è stata classificata come tratta a scarso traffico e vede 10 collegamenti al giorno (per senso di marcia) di cui solo 3 con treni regionali. Il resto è stato sostituito con autobus. In pratica, si è tornati alla sostituzione dei treni con i mezzi su gomma proprio come nel periodo di interruzione della ferrovia tra il novembre 2011 e l’aprile 2013, a seguito del crollo di un ponte tra Marcellinara e Feroleto Antico. Tagli che si aggiungono ai disagi per un’area, quella jonica, già martoriata sul fronte del trasporto ferroviario e che già da anni non può raggiungere in modo diretto in treno Lamezia Terme Centrale, avendo spezzato i collegamenti Regionali provenienti dalla Jonica sud (Reggio Calabria/Roccella Jonica) e da Crotone/Sibari, a Catanzaro Lido.