CATANZARO – A denunciarlo fu un tecnico che rivendicava un incarico di Ispettore Capo Coordinatore senza che l’Azienda bandisse il relativo concorso.
La Corte d’Appello di Catanzaro ha confermato la sentenza di assoluzione nei confronti di Giuseppe de Vito, direttore del dipartimento di prevenzione dell’Asp di Catanzaro, accusato di abuso d’ufficio, atti persecutori e falso in atto pubblico. A renderlo noto è la stessa Asp. I fatti, risalenti agli anni 2007-2009, si riferivano all’adozione da parte del dirigente Asp di una serie di provvedimenti rispetto ai quali due dipendenti, tramite esposto/denuncia, misero in moto l’attività degli inquirenti. La sentenza assolutoria di primo grado era stata impugnata dalla Procura generale.
“Non avevo nessun dubbio – ha sostenuto De Vito – sul fatto che anche in appello la giustizia avrebbe riconfermato la mia assoluta innocenza e la correttezza del mio operato. Devo però rimarcare che per chi lavora nel complesso mondo della sanità e di quella calabrese in particolare è sempre più difficile garantire con serenità il buon andamento della pubblica amministrazione. Accuse infondate e inesistenti come queste, chiaramente riscontrabili nella documentazione allegata sin dall’inizio, non essendosi avvalsa la difesa di nessun’altra investigazione difensiva, possono minare per anni la credibilità di dirigenti istituzionali che lavorano con serietà. Per non parlare poi del notevole danno economico a carico dell’Azienda che si deve sobbarcare i rilevanti costi dovuti alle difese nonché la ‘distrazione secondaria’, per così lungo tempo, dai compiti istituzionali dei propri alti dirigenti”.