Lavori Ferrovia Jonica, si chiede chiarezza. Binari smantellati vista mare: speculazione sul suolo? (AUDIO)

I rappresentanti delle associazioni Rete FIBC hanno inviato una lettera, una decina di giorni addietro, all’indirizzo PEC del Presidente della Regione Calabria Oliverio, degli Assessori Regionali Musmanno e Russo, del Sindaco della Città Metropolitana Falcomatà, del Ministro dei Trasporti Delrio, ma una risposta non è arrivata

 

REGGIO CALABRIA – Muri di gomma? Speriamo di no. Ma preferiamo rendere pubblico il contenuto della lettera, considerato il rischio che le risorse della Regione siano depredate una volta ancora. Scrivono le associazioni Rete FIBC (CIUFER: Domenico Gattuso, Rosalba Rizzuto; APJ: Immacolata Mauro, Antonio Lombardo APR (Area dello Stretto): Giuseppe Imbalzano, Pietro Denisi; AFIAG (Area Grecanica): Sara Nucera, Carmelo Nucera; ALFI (Locride): Maria Carmela Monteleone, Rocco Spanò; AFI-CZ: Carla Maffei, Sabrina Lupis; ACFJ (Crotone): Anna Maria Cantafora, Ginetta Rotondo; AFIAMI (Alto Ionio Cosenza): Luciana Errico, Euristeo Ceraolo). Ecco il testo della lettera e soprattutto i dubbi e le ombre sollevate dalle associazioni.

Una richiesta che non ha trovato risposta come ha spiegato Domenico Gattuso, docente all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, che ha sottolineato quali sono le ombre sui lavori per la ferrovia jonica ai microfoni di Rlb Radioattiva

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Il sospetto sullo smantellamento dei binari sulla linea che affaccia sul mare: speculazione sul suolo?

“Viaggiando si può notare, anche sulla linea tirrenica, che ci sono in molti punti lavori, binari che vengono smantellati sulla linea ferroviaria. Avere binari certamente rappresenta un costo di manutenzione ma se si fanno lavori per smantellare, anche in quel caso c’è un costo. Se Ferrovie impegna risorse – si chiede il prof. Gattuso – per smantellare, qualche finalità ce l’ha e potrebbe avere finalità speculative sul suolo”. Molti dei binari soggetti a smantellamento infatti sono “fronte mare” e dunque hanno un ‘elevato’ valore. Non facciamo ipotesi ma il sospetto nasce spontaneo perchè quelli sono patrimoni della collettività. Ferrovie poi, ragiona con un’ottica di impresa e allora chiedo ai sindaci di andare nelle proprie stazioni per vedere cosa stanno facendo”.

“Premesso che a maggio 2017 è stato presentato in conferenza stampa presso la Cittadella regionale dal Presidente della Regione, dal Ministro dei Trasporti e dal Direttore Generale RFI, un protocollo d’intesa per potenziare e velocizzare i collegamenti ferroviari sulla linea ionica calabrese, con un investimento di circa 500 milioni di Euro (Delibera CIPE 1/12/2016: investimenti per 307 milioni di euro su Fondi regionali di Sviluppo e Coesione del POR Calabria + 200 milioni di risorse recuperate da un precedente progetto RFI e da fondi nazionali); che tra i principali interventi su individuati nel Protocollo, articolati su 4 annualità, si contano: la velocizzazione della linea ionica (innalzamento al rango C); che l’eliminazione di passaggi a livello per migliorare le prestazioni dei servizi di trasporto; il rinnovo degli scambi e dei binari nei punti della rete in cui è necessario; la riqualificazione delle stazioni e che altri 70 milioni di Euro sono stati destinati all’acquisto di treni nuovi dalla stessa Delibera, e dovrebbero far parte di un ulteriore accordo da sottoscrivere con Trenitalia; treni che dovrebbero entrare in esercizio fra il 2019 e il 2022, siamo tuttavia molto preoccupati“.

smantellamento binari

“A fronte di un rilevante impegno di risorse (circa 600 milioni di Euro) conquistati grazie a 7 anni di lotte sociali, non vorremmo che esse siano sprecate. Di RFI non ci fidiamo. L’art.3, lettera D (obblighi del concessionario), del DM 138 T del 2000, obbliga a “destinare gli investimenti al potenziamento, all’ammodernamento tecnologico e allo sviluppo degli impianti e delle linee ferroviarie, nonché alle altre attività direttamente connesse allo sviluppo del servizio ferroviario”, ed evidenzia che RFI è solo un’azienda che dovrebbe svolgere il lavoro per conto dello Stato e non per propri fini. Non ci pare che RFI rispetti appieno la norma in Calabria”.

I rappresentanti delle associazioni dunque, chiedono trasparenza sulla destinazione e la misurazione delle opere, dei relativi costi e della tempistica dei lavori. Alle Istituzioni di Governo chiediamo di vigilare, di verificare responsabilmente il Progetto di FS ed il costo delle singole opere, di operare un monitoraggio costante perchè le opere siano eseguite a regola d’arte e nei tempi stabiliti, i treni siano acquisiti e siano di qualità, le stazioni tornino al loro splendore d’origine; ed i finanziamenti siano impegnati efficacemente: “La Calabria non può continuare ad essere terra di speculazione”.

Le ragioni delle preoccupazioni – scrivono i rappresentanti delle associazioni – sono fondate su diversi ordini di motivi:

1) Le risorse pubbliche della Regione Calabria sono state attribuite ad RFI senza che sia stato reso pubblico il progetto delle opere, ed in particolare la specifica di dettaglio degli interventi (elaborati tecnici, costo singole parti, cronoprogramma dei lavori);
2) Non è ancora nota la tempistica relativa alla fornitura di materiale rotabile, né all’accordo con Trenitalia sul tema;
3) Da alcuni documenti elaborati da RFI ed acquisiti di recente emerge un quadro allarmante:
Non sono previsti tra gli interventi il ripristino a piena funzionalità dei binari smantellati da RFI negli ultimi anni in corrispondenza di molteplici stazioni, per come richiesto dalle popolazioni ioniche attraverso specifica Petizione popolare, né la eliminazione dei dispositivi di inibizione della circolazione;

“Le opere di smantellamento attuate da RFI con il programma di Right Sizing si traducono nei fatti in una riduzione delle potenzialità della linea ionica, con una conseguenziale sottrazione di un bene patrimoniale dal territorio calabrese; molti sindaci non se ne sono neppure accorti; RFI, persegue indisturbata la sua logica d’impresa palesemente scollegata dalle esigenze socio-economiche ed ambientali del territorio; prevede infatti ulteriori opere di smantellamento secondo un assurdo programma di tagli di rete, a dispetto delle rivendicazioni della popolazione ionica, continuando a ridurre le potenzialità della linea ferroviaria in termini di capacità di trasporto e di circolazione, di sicurezza, determinando impatti che potrebbero cancellare per sempre alcune opportunità di sviluppo economico”.

Rc San Gregorio“E’ in atto un vero e proprio scempio sulla linea Reggio-Catanzaro Lido (ma abbiamo ragione di pensare che lo stesso livello di scempio sia programmato per la linea fino a Rocca Imperiale); sono in atto o previsti, tra l’altro l’eliminazione del raccordo all’area industriale di San Gregorio, l’eliminazione del raccordo al porto di saline I. e allo stabilimento Officine Grandi Riparazioni (OGR); l’inibizione della possibilità di incrocio/sorpasso preso le stazioni di San Lorenzo, Bova Marina, Capo Spartivento, Ferruzzano, Ardore, Marina di Gioiosa, Caulonia, Riace, Guardavalle, Badolato, S.Andrea; che si traduce in un conseguente incremento del distanziamento interstazione, e relativi riflessi negativi sull’esercizio ferroviario futuro. Infine la distruzione del ruolo di scalo merci relativo alla stazione di Condofuri ed il drastico ridimensionamento del ruolo di nodo cerniera di Roccella Ionica”.

smantellamento binari 4

“Inoltre – è scritto ancora nella missiva – non è previsto alcun intervento finalizzato all’integrazione mare-ferro presso il porto di Reggio e a dar continuità al servizio sul versante ionico e si è assistito piuttosto ad un’azione di “sabotaggio” perpetrata in complicità da RFI e dal Comune di Reggio Calabria, attraverso la demolizione della stazione di Reggio Mare e la cancellazione del raccordo fra il porto e la stazione Reggio Lido, con grave danno alla comunità locale e al potenziale dell’aeroporto dello Stretto cassando l’opportunità di rendere più accessibile alla popolazione messinese l’aeroporto”.

Nonostante la richiesta di lumi dunque, ancora non è dato di conoscere quali azioni la Regione Calabria abbia attivato per la verifica di congruità dei lavori e dei relativi costi da progetto, il monitoraggio del buon andamento dei lavori stessi ed collaudo relativo.

“Crediamo che la comunità abbia diritto a vederci chiaro – riporta la missiva – In fondo abbiamo chiesto solo atti di trasparenza ovvero di potere acquisire con urgenza la documentazione progettuale relativa agli interventi relativi alla Ferrovia Ionica, completa e riferita all’interezza del finanziamento; di conoscere la distribuzione delle risorse finanziarie per componenti d’opera e della tempistica realizzativa delle opere sull’intera linea da Rocca Imperiale a Reggio Calabria Porto, da progetto, di conoscere le responsabilità dei soggetti coinvolti (Valutazione delle opere di progetto, Direzione lavori, Monitoraggio e controllo da parte della Regione) e la convocazione di un tavolo tecnico specifico sui temi di cui sopra”.

“Chiediamo ad alta voce che si proceda anche al ripristino dei binari di stazione smantellati o in fase di smantellamento (con costi a carico di RFI) ed al ripristino del raccordo ferroviario e del relativo esercizio di treni fra il porto e la stazione di Reggio Lido. In assenza, attiveremo una mobilitazione pubblica di denuncia e di protesta nei confronti della Regione Calabria, della Città Metropolitana di Reggio Calabria e di Ferrovie dello Stato (RFI). Diversi Sindaci e numerose rappresentanze sociali e di cittadinanza attiva hanno già manifestato l’adesione al nostro appello. Chiediamo loro di mobilitarsi insieme a noi e di estendere l’informazione. Lo chiediamo anche ai giornalisti calabresi, contribuendo alla diffusione di questo nostro appello”.

 

 

 

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