REGGIO CALABRIA – Era il 20 agosto scorso quando una troupe della televisione tedesca Ard si era recata ad Oppido Mamertina (Rc) per raccogliere notizie e raccontare la vicenda dell’inchino della statua della Madonna davanti alla casa del boss.
Ma la famiglia Mazzagatti, di chiara matrice mafiosa, non l’ha presa poi così bene. E così, operatori e giornalisti tedeschi, sono stati aggrediti proprio mentre si trovavano nel paesino della Piana di Gioia Tauro. Nel video del’aggressione si vedono le figlie del boss Peppe Mazzagatti, Domenica e Francescaurlare contro la troupe “Voi giornalisti scrivete sempre stronzate”. Momenti di contiazione, spintoni e i gioralisti che tenano di difendersi “siamo solo venuti a raccontare la storia”. Ma le figlie non ne vogliono sapere e continuano ad inveire: “Non me ne frega nulla, deve chiudere il telefono, se ne vada”. “Ancora sta storia questi bastardi”. Inchini che però sono noti a tutti, solo che tutti poi fanno finta che non sia vero niente. Ma in paese si sa che i Mazzagatti comandano e lo sa la Chiesa e lo Stato. A denunciare la vicenda era stato il maresciallo dei carabinieri Andrea Marino, che abbandonò quel giorno la processione segnalando poi l’accaduto alla Procura Distrettuale di Reggio Calabria, che ha aperto un fascicolo. Storie non vere? Inventate dai giornalisti? Forse si ma non ci si spiega come mai allora, la Direzione distrettuale antimafia ha poi aperto due nuove inchieste, anche sulle processioni di San Procopio e Scido. La troupe tedesca ha poi deciso di rendere noto, pochi giorni fa, il video dell’aggressione che è stato pubblicato sul portale de “Il Fatto Quotidiano”. A rischiare il linciaggio sono state le giornaliste di Ard, Katya Rieth e Alessandra Molinari, e due cameramen. Uno di loro, Roberto Porru, è stato accompagnato dai carabinieri al pronto soccorso per alcune escoriazioni a una gamba e a un braccio. Secondo gli investigatori, la troupe della televisione tedesca si era presentata sotto casa dei Mazzagatti al centro di Oppido Mamertina per intervistare i familiari del boss che, invece, vista la telecamera si sono avventati contro i giornalisti e da un cortile, di fianco all’ingresso dell’abitazione, qualcuno ha lanciato addirittura alcuni mattoni. Una scenata furibonda che è stata ripresa con il cellulare di una giornalista che è stato sequestrato e poi recuperato dai carabinieri.
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