La Guardia di finanza, nell’ambito di un’operazione ribattezzata “Spartaco” ha eseguito un’ordinanza di misura cautelare interdittiva nei confronti di un imprenditore
LAMEZIA TERME – I finanzieri di Lamezia hanno eseguito l’ordinanza nei confronti di un noto imprenditore agricolo della città della Piana per il reato di estorsione continuata ai danni dei suoi 23 dipendenti. All’indagato è stato temporaneamente imposto il divieto di esercitare l’attività di impresa e l’operazione si inserisce in un più vasto dispositivo mirato a reprimere ogni forma di sfruttamento dei lavoratori che inquina il mercato del lavoro e danneggia imprenditori e contribuenti onesti. Sarebbe questo lo spaccato emerso dall’operazione denominata “Spartaco”, che ha portato alla denuncia del presidente di Confagricoltura Calabria, Alberto Statti, la cui attività è nel settore vinicolo ed oleario.
L’attività di oggi scaturisce da numerosi e mirati controlli effettuati nei mesi scorsi nelle campagne lametine attraverso il monitoraggio di automezzi, sopralluoghi, appostamenti, pedinamenti e riscontri video. In pratica è emerso l’illecito sistema retributivo adottato dall’imprenditore indagato che costringeva i suoi dipendenti ad accettare retribuzioni minori (di un terzo) rispetto a quelli figuranti in busta paga o comunque non corrispondenti a quelle previste dal contratto collettivo nazionale. I dipendenti erano costretti a rinunciare alle somme del T.F.R., sotto la minaccia del licenziamento. I dipendenti che si presentavano per lavorare inoltre, se non accettavano le condizioni di Statti, non venivano neanche presi in considerazione per l’attività lavorativa.
I lavoratori accettavano queste condizioni solo per non perdere il posto di lavoro, ma le indagini hanno cosentito di verificare la reale estensione del fenomeno illecito, risultato tale da rappresentare una sostanziale fonte di arricchimento per l’imprenditore quantificato il 290 mila euro circa. Per questo motivo è stato avviato il sequestro delle somme ritenute illeciti profitti.