CATANZARO – La lunga mano dei Gentile sul microcredito alle imprese in difficoltà.
Gli incarichi di Fincalabra affidati ai figli del senatore del Nuovo Centro Destra senza alcun tipo di gara pubblica. La Procura di Catanzaro ha appena emesso un avviso di conclusione indagini notificando otto avvisi di garanzia. Il presidente di Fincalabra, lo stampatore Umberto De Rose e sette componenti del Cda e della commissione esaminatrice, sono accusati di abuso d’ufficio per le irregolarità registrate nell’assegnazione di ruoli all’interno dell’ente regionale deputato al sostegno delle piccole e medie imprese. Su De Rose pare penda anche il reato di minacce a pubblico ufficiale.
Sul registro degli indagati risultano esservi, oltre al protagonista della vicenda legata alla presunta censura dell’Ora della Calabria, i componenti della commissione esaminatrice nominata dalla stessa Fincalabra per selezionare le figure professionali da impiegare. Si tratta di Sergio Campone, Giuseppe Frisini e Vincenzo Ruberto. A difendersi dalle accuse mosse dal procuratore Villani saranno anche i componenti del Consiglio di amministrazione: Umberto Idone, Leonardo Molinari, Giuseppe Petronio e Flavio Alfredo Talarico.
L’inchiesta ha preso il via dalla segnalazione di Chizzoniti, presidente della commissione di Vigilanza del Consiglio regionale della Calabria il quale con un esposto chiese di verificare le ipotesi di reato di truffa, omissione e abuso d’ufficio nel calderone delle assunzioni in Fincalabra. La Guardia di Finanza acquisiti i documenti avrebbero così accertato irregolarità nell’assegnazione degli incarichi, due dei quali affidati a Lory ed Andrea Gentile, figli del senatore Antonio Gentile che avrebbero beneficiato, rispettivamente, di un contratto a progetto per un importo di oltre 49 mila euro lordi ed una consulenza per oltre 37 mila euro lordi senza che avessero i titoli per ricoprire i ruoli loro assegnati.
I contratti finiti nel mirino dei baschi verdii sono tre, affidati, oltre che a Lory Gentile, anche a Paola Ambrosio e Giuseppe Genise. Nessuno dei tre risulta essere presente nel registro degli indagati, anche se secondo l’accusa, per far sì che ottenessero il ‘posto’ sarebbero stati modificati i termini del bando regionale iniziale, stralciando dai requisiti quello della necessaria e pregressa esperienza di 3 o 5 anni nel settore. In più i tre sarebbero stati selezionati da un elenco di persone adatte a ricoprire quei ruoli in cui i loro nomi non sono mai apparsi. Insomma da quanto emerge i ‘fortunati’ benefattori delle buste paga di Fincalabra non si sarebbero dovuti neanche scomodare per fare un colloquio. Andrea Gentile avrebbe invece beneficiato di un incarico per la redazione del modello organizzativo, affidatogli senza avviso pubblico e senza che vi sia stata alcuna comparazione tra le offerte presentate da altri legali.
Una modalità molto diffusa nella Fincalabra di De Rose il quale da quanto emerge pare non abbia mai fatto mistero delle assunzioni di amici ed amici ed amici. Anzi. Chi fece notare le anomalie pare fu solennemente minacciato di licenziamento dallo stampatore. E’ il caso di una dirigente della Regione Calabria che manifestava il proprio dissenso per la scelta di personale inadatto a ricoprire i ruoli affidati. Un fatto che seconda la funzionaria avrebbe penalizzato Fincalabra costretta a perdere a causa di tali assunzioni ben un milione e mezzo di euro di finanziamenti europei da destinare al progetto del microcredito. Per tutta risposta De Rose avrebbe inveito contro la donna intimandole di tacere.