REGGIO CALABRIA – La Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria sta eseguendo un decreto di confisca emesso dal Tribunale di Reggio Calabria.
Il decreto è stato emesso nei confronti di Santo Crucitti, 51 anni, noto imprenditore edile locale, condannato in appello a 5 anni e 6 mesi di reclusione per associazione mafiosa, e già coinvolto in diverse inchieste giudiziarie (operazioni Pietrastorta, Raccordo e Sistema). Il Tribunale ha emesso il decreto di confisca, che riguarda beni per un valore di 11 milioni di euro, a seguito di una proposta formulata dal procuratore distrettuale di Reggio Calabria. Tra i beni confiscati all’imprenditore edile reggino figurano aziende edili e il 70% della quota di moderno e attrezzato centro fitness polifunzionale della citta’ di Reggio Calabria, con oltre 1300 quadri di superficie adibiti a palestra, piscina e centro estetico.
Questi in dettaglio i beni confiscati: capitale sociale ed intero patrimonio aziendale della “EPI S.r.l.”, (“lavori generali costruzioni edifici e lavori ingegneria civile”), con sede in Reggio Calabria; quota di capitale di proprieta’ di Antonino Gennaro Crucitti e corrispondente parte del patrimonio aziendale (70%) della “Fitland Societa’ Sportiva Dilettantistica a r.l.”, con sede in Reggio Calabria alla via Bruno Buozzi; intero patrimonio aziendale dell’impresa individuale Crucitti Antonino Gennaro, operante nel settore edilizio, con sede in Reggio Calabria; immobile a uso abitativo a Reggio Calabria, localita’ Pietrastorta, della superficie di circa 180 mq.; immobile (fabbricati e locali per esercizi sportivi con fini di lucro) sito in Reggio Calabria alla via Buozzi; immobile (magazzini autorimessa) sito in Reggio Calabria alla via B. Buozzi snc; conti correnti delle societa’ sottoposte a confisca. Il 51enne Santo Crucitti, in atto detenuto, e’ indiziato di appartenere, col ruolo di capo, all’omonima cosca operante nel quartiere di Condera-Pietrastorta di Reggio Calabria. Gia’ per due anni sottoposto alla sorveglianza speciale, Crucitti e’ rimasto coinvolto in tre indagini giudiziaria, denominate Pietrastorta, Raccordo e Sistema. Sul versante patrimoniale, invece, le indagini della Dia hanno accertato in capo all’imprenditore e ai suoi familiari conviventi l’assenza di risorse lecite idonee a giustificare investimenti di grossa entita’, rilevando una cospicua sproporzione tra i redditi dichiarati e il patrimonio posseduto. Il gip, inoltre, ha sottolineato come l’impresa Epi srl “sembra essere esercitata da Santo Crucitti con metodo mafioso