REGGIO CALABRIA – A Reggio Calabria è emergenza asili nido: nell’ultimo anno sono stati chiusi gli unici tre nidi disponibili e ora i bimbi sono costretti a restare a casa, con tutti i disagi e le conseguenze per i genitori, in particolare per quelli che lavorano
A ricostruire la vicenda è il Corriere.it; la situzione vede due asili chiusi perché inagibili, un terzo “dimenticato” perché non ci sarebbero i soldi per la convenzione e così a Reggio Calabria, una provincia pronta a diventare città metropolitana nel 2016, non esistono più asili nido pubblici. Una vicenda paradossale in cui solo chi riesce a pagare 400 euro al mese per un nido privato può stare tranquillo, mentre i “tanti” che non hanno questa possibilità devono arrangiarsi e trovare una soluzione alternativa. In molti casi anche drastica, come lasciare il posto di lavoro.
Fino a giugno 2012 – ricostruisce il Corriere.it – le famiglie meno abbienti reggine potevano contare su due strutture pubbliche, quella di Archi e Gebbione, zone ad alta densità mafiosa; 120 posti in tutto a fronte di una domanda che sfiora le 5mila richieste. I due asili però, nel mese di giugno del 2012, sono stati chiusi ufficialmente perché inagibili. Un terzo, nato per ospitare i figli dei dipendenti comunali, degli avvocati e cancellieri che frequentano il Centro Direzionale, ha chiuso i battenti la scorsa estate perchè mancavano i soldi per la nuova convenzione a danno di 25 bambini. Il comune di Reggio Calabria, lo ricordiamo, è attualmente commissariato per infiltrazione mafiose ed inoltre, nell’ultima riunione della Commissione Straordinaria sui servizi dell’infanzia, non è stato dato spazio a nessun genitore.
Questo, prosegue il Corriere, ha scatenato l’ira delle famiglie che attraverso una petizione pubblica hanno deciso di chiamare a raccolta la città. In loro aiuto è scesa in campo Actionaid l’organizzazione mondiale che si dedica alle persone bisognose e tutela i diritti negati. La responsabile reggina Eleonora Scrivo ha affermato che “esiste uno stanziamento del Ministero della Coesione di un milione e 300mila euro per la città con la specifica destinazione che riguarda appunto la costruzione di nuovi nidi pubblici e la manutenzione di quelli esistenti. Tra bandi, appalti che da queste parti vanno monitorati con oculatezza, viste le dinamiche che hanno condotto allo scioglimento del consiglio comunale per mafia, di tempo ne passerà. Le previsioni per la realizzazione di queste opere dicono che non saranno ultimate prima della fine del prossimo anno”.