ROMA – La “Rete delle grandi Macchine a spalla” è da ieri patrimonio immateriale dell’umanità.
Alle 15,49 ora italiana, a Baku, in Azerbaijan, con un giorno di anticipo sulla tabella di marcia è arrivato il riconoscimento dell’Unesco. Macchina di Santa Rosa, Varia di Palmi, Candelieri di Sassari e Gigli di Nola sono dunque ufficialmente iscritti nella “Representative List of the Intangible Cultural Heritage of Humanity”. L’idea era nata nel 2006 e dopo quasi 7 anni, è arrivato il riconoscimento ufficiale: “la Rete italiana delle Grandi macchine a spalla”, che ingloba quattro feste cattoliche italiane, è “patrimonio orale ed immateriale dell’umanità” dall’Unesco. I Gigli di Nola, la Varia di Palma, i Candelieri di Sassari e la Macchina di Santa Rosa di Viterbo, sono a tutti gli effetti “capolavori immateriali” dell’Unesco che si affiancano ai siti patrimonio dell’umanità, come quelli archeologici o naturalistici. Alle 15,49 è arrivato il sì dell’Unesco, sancito dall’ottavo Comitato intergovernativo, in svolgimento fino a domenica a Baku, in Azerbaijan, all’Hotel Marriott. Feste religiose sì, ma anche tradizioni orali tramandate da generazioni divenute un po’ folcloristiche e soprattutto richiamo ogni anno per migliaia di turisti.
Dietro la fede, l’impulso economico che determinano nei rispettivi comuni, c’è anche tanta fatica ed orgoglio da parte dei trasportatori o facchini, i cui nomi variano a seconda le località, che appunto a spalla innalzano queste gigantesche e pesanti macchine. Per questo dopo l’ok nelle quattro città è stata festa con le campane a distesa e caroselli. I Gigli di Nola sono obelischi di legno di 25 metri decorati con cartapesta o stucchi; la Varia di Palmi è un grandissimo carro, alto circa 16 metri, che raffigura l’universo e l’assunzione in cielo della Vergine Maria e sopra ci sono figuranti umani che rappresentano la Madonna, il Padreterno, gli Apostoli e gli Angeli; I Candelieri di Sassari sono grandi colonne di legno, che simboleggiano ceri; la Macchina di Santa Rosa di Viterbo è una torre in vetroresina alta 30 metri e del peso di 5 tonnellate illuminata da fiaccole e luci. Insieme hanno presentato una candidatura comune, l’unica italiana, su 31 in lista. Dopo la conferma del presidente della Commissione, c’è stato un lungo abbraccio tra i rappresentanti di Nola, Palmi, Sassari e Viterbo. E contemporaneamente i festeggiamenti sono iniziati nelle quattro città che da oggi custodiscono un patrimonio dell’Umanità.
Il ministro dei Beni e delle Attività culturali e il Turismo, Massimo Bray, ha espresso “viva soddisfazione” per l’iscrizione delle ‘Feste della rete delle grandi Macchine a spalla’ nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Immateriale dell’Umanità dell’Unesco. Il riconoscimento, secondo Bray, è una “significativa testimonianza della grande ricchezza e varietà del patrimonio culturale immateriale italiano, nonché efficace sostegno per la tutela e promozione di queste preziose realtà”. Anche l’assessore regionale alla Cultura, Mario Caligiuri, ha commentato la notizia: “l’impegno di tutta una regione e’ stato premiato: la Calabria ha avuto il suo primo riconoscimento dell’Unesco mettendo in luce la sua vera natura: quella culturale”. “Quest’anno – ha aggiunto Caligiuri – e ancora di più il 2014, stanno dimostrando e dimostreranno come la Calabria stia drizzando la schiena tramite la cultura”. “L’assessore Caligiuri – informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta regionale – ha ringraziato tutti quelli che si sono spesi in questi anni per il riconoscimento di questo importantissimo risultato che, attraverso la citta’ di Palmi, illustra tutta la Calabria con un simbolo culturale e spirituale insieme”.