Case a “luci rosse” scoperte e sequestrate nel reggino. In manette 7 persone e 15 denunciati per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione
GIOIA TAURO (RC) – Interi quartieri a “luci rosse”, Gioia Tauro quasi novella Amsterdam del sesso. In varie vie della città (in via Salerno 2, via Cosenza 10 e 12 e via Bixio 10), sono state scoperte e sequestrate case di appuntamento, dove prostitute locali ma anche straniere – ecuadoregne, colombiane e dominicane – prestavano la loro attività con un grosso numero di clienti e con il benestare di alcuni proprietari degli immobili.
Grazie ad intercettazioni, indagando ed interrogando i clienti, così come le prostitute, i carabinieri di San Luca sono riusciti a scoprire e sequestrare gli appartenenti. In carcere 7 persone accusate di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e di gestione di case di lenocinio.
Il blitz è scattato all’alba: in manette sono finiti un 64enne di Palmi, G.S.; un 38enne, un 80enne ed una 52enne tutti di Gioia Tauro, F.L., L.L.A. e F.R.S. ed una ecuadoregna di 35 anni, M.V.E.A. (proveniente da Bari). Due persone risultano invece irreperibili e attualmente ricercate ed individuate all’estero e altre 15 sono state denunciate, e sono in corso su di loro degli accertamenti essendo state interessate anche altre Procure calabresi.
L’attività d’indagine è iniziata nell’agosto del 2014 ed è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Gioia Tauro e della Stazione di San Luca; a seguito delle risultanze emerse nel corso di precedenti investigazioni svolte nell’ambito dell’indagine “Colombiani d’Aspromonte”, conclusasi nell’aprile scorso con l’esecuzione di una misura cautelare nei confronti di 30 soggetti ritenuti responsabili di traffico di armi e di ingenti quantitativi di stupefacenti.
Gli investigatori hanno individuato due soggetti che gestivano le “case” in via Salerno e via Cosenza, in concorso con i rispettivi proprietari, prendendo contatti diretti con le prostitute e garantendogli ciclicamente la permanenza nei vari appartamenti. A questa attività avrebbe concorso anche un’altra persona, un “tuttofare”, che aveva il compito di risolvere le esigenze di vita delle prostitute durante la loro permanenza.
Un ultimo soggetto, inoltre, è risultato che abbia trasformato un’abitazione di sua proprietà, in via Bixio 10, in una vera e propria casa di lenocinio nella quale avrebbe fatto alternare numerosissime prostitute, anche con cadenza settimanale, la maggior parte delle quali di origini dominicane.
L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Gip di Palmi, Alberto Indellicati, su richiesta della Procura della Repubblica, Anna Pensabene.