CATANZARO – Sfuma l’obiettivo della stabilizzazione per gli Lsu ed Lpu calabresi.
C’è delusione per le misure inserite nella Legge di Stabilità e approvate al Senato, relativamente alla vertenza degli Lsu ed Lpu calabresi. La legge infatti prevede un finanziamento di 110 milioni di euro con cui, la Regione Calabria, potrà pagare le spettanze del 2013, e prorogare i progetti per il 2014. Ma niente stabilizzazione definitiva per i lavoratori. Nonostante dunque sia stato centrato almeno un obiettivo, relativamente al pagamento delle spettanze arretrate, non ci sarebbero prospettive per i lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità calabresi per l’assunzione a tempo indeterminato.
La nota dei deputati del Pd, Demetrio Battaglia, Stefania Covello, Ernesto Magorno e Nicodemo Oliverio: “Le misure che si prefigurano nella Legge di stabilità approvate al Senato riguardo i lavoratori socialmente utili, quelli di pubblica utilità e i precari di cui alla legge regionale 15/2008 deludono ampiamente le nostre aspettative”. “Se da un lato – aggiungono – la legge prevede il finanziamento di 110 milioni di euro con cui la Regione Calabria potrà pagare le spettanze del 2013 e prorogare i progetti anche per l’anno 2014, dall’altro gli emendamenti presentati sembrano allontanare la possibilità di stabilizzazione delle categorie interessate. Pertanto, se viene centrato uno degli obiettivi della mobilitazione che i lavoratori stanno attuando, ovvero il pagamento di quanto a loro dovuto, nel contempo si offuscano e appaiono abbastanza sommarie le auspicate prospettive di assunzione a tempo indeterminato”. “Chiediamo con forza – dicono ancora i deputati del Pd – che, nel proseguo del suo percorso parlamentare, quest’ultimo aspetto sia rivisto, che ogni resistenza all’interno dell’esecutivo sia annullata e che si pongano le basi per giungere a concreti provvedimenti che prevedano la stabilizzazione dei lavoratori precari calabresi. Da parte nostra, ci adopereremo perché ciò avvenga, chiedendo in primo luogo, un impegno di tutto il Partito Democratico e, da subito, siamo pronti ad operare in sinergia con i lavoratori, sostenendo le forme di mobilitazione e di pressione che vorranno attuare, augurandoci nel contempo che tale questione non sia oggetto di alcuna strumentalizzazione. Riteniamo, infatti, che occorra un intervento straordinario e deciso affinché si cancelli la parola precariato per cinquemila lavoratori calabresi che svolgono funzioni essenziali nei nostri enti territoriali”.