REGGIO CALABRIA – La Squadra mobile di Reggio Calabria ha eseguito questa mattina cinque ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone facenti parte, a vario titolo, della cosca di ‘ndrangheta degli Zindato-Borghetto-Caridi.
Le persone coinvolte nell’operazione sono accusate di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata ai danni di operatori economici, favoreggiamento e ricettazione. Le indagini, ha riferito la Squadra mobile di Reggio Calabria, supportate da numerose attività tecniche, hanno consentito di individuare e delineare i meccanismi operativi della cosca che, attraverso nuove affiliazioni, ha proseguito nella gestione delle attività illecite, con particolare riferimento alle estorsioni ai danni di imprenditori e commercianti messe in atto per il reperimento delle risorse economiche indispensabili per il mantenimento del sodalizio. La cosca finita nel mirino della Polizia operava nei quartieri Modena-Ciccarello e San Giorgio Extra di Reggio Calabria. Le indagini hanno consentito di accertare due casi di estorsione ai danni di un imprenditore. I cinque arrestati sono: Francesco Zindato, 36ene, già detenuto, ritenuto il presunto capo della cosca; Demetrio Sonsogno, di 44 anni, che secondo l’accusa avrebbe sostituito Francesco Zindato al vertice della cosca dopo l’arresto di quest’ultimo; Antonino Labate di 36 anni; Santo Labate di 32 anni; Tchorzewska Malgorzata, 34enne polacca, moglie di Francesco Zindato.