L’Unione Europea non sta affatto bene sul piano dell’occupazione e ci consola dunque, che non sia solo l’Italia a soffrire di disoccupazione nonostante occupi la 26^ posizione su 28 stati membri. Ma per la Calabria il dato è davvero allarmante.
COSENZA – In Calabria ha un lavoro regolare meno della metà degli abitanti ovvero 42,1% e vanno peggio solo le regioni di Melilla, possedimento spagnolo in Africa, e quella di Dykiti Makedonia nel Nord Est della Grecia. Eurostat fotografa questa situazione; l’agenzia europea di statistiche che studia i trend dei 28 paesi membri ci restituisce una Calabria ‘nera’ dal punto di vista occupazionale. Poco sopra la Calabria ci sono le altre regioni, sempre del Sud Italia: Campania col 43,1%, Sicilia al 43,4% e Puglia al 47%.
Una Calabria ancora fanalino di coda che sfiora cifre record soprattutto per quanto riguarda il livello di disoccupazione tra gli abitanti che hanno dai 15 ai 24 anni. Il lavoro che non c’è, è anche la testimonianza dei continui e reiterati fallimenti della politica del lavoro nell’ultimo decennio, con un “Jobs act” che in Calabria non ha prodotto nuova occupazione, e con politiche regionali d’incentivazione che si stanno rivelando un buco nell’acqua, a cominciare da “Garanzia giovani”.
Di questa allarmante fotografia dell’Eurostat, Angelo Sposato, segretario della Cgil calabrese, è intervenuto ai microfoni di Rlb Radioattiva, sottolineando che ‘fondi, bandi e progetti, non creano occupazione e che il governo regionale dovrebbe alzare la voce nei confronti di quello nazionale”
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E non chiedete ai giovani, laureati, preparati di stare qui perché non ne avrebbero motivo. Un’altra classifica certamente negativa infatti, è quella dei giovani che fuggono, scappano da questa terra. E le donne calabresi? Sono ancora ‘vittime’ delle differenze di genere nelle regioni meridionali. Fra le 17 regioni al di sotto del 20% ben 8 sono concentrate nel Sud Italia, fra cui la Calabria.