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Armi e droga: le cosche della Sibaritide e la ‘pace’ mafiosa in nome degli affari

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Armi e droga: le cosche della Sibaritide e la ‘pace’ mafiosa in nome degli affari

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CATANZARO, 05 GIU – Un blitz contro il traffico internazionale di droga e armi nell’asse tra Calabria, Europa e Sud America e “nuove leve che hanno preso la gestione del traffico di sostanze stupefacenti per conto delle due cosche di ‘ndrangheta più significative della Sibaritide”. L’operazione Gentleman 2, in particolare, ha disarticolato i vertici dei clan, gli Abbruzzese e i Forastefano, che nel corso degli anni passati si sono fatte le guerra, ma che hanno trovato una sorta di pax mafiosa proprio grazie al narcotraffico.

“Un’indagine importante che si è avvalsa del supporto di Eurojust, Europol e Interpol. Una collaborazione a me molto cara è quella con la Direzione centrale servizi antidroga, un organismo che ha sede a Roma e consente di rapportarci con gli altri organismi tra i quali le forze di polizia di Germania e Belgio”. Lo ha detto il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri nella conferenza stampa in Perocura, a Catanzaro, per illustrare gli esiti dell’inchiesta che ha portato all’arresto di 25 persone dei quali 4 in Germania e gli altri in Calabria, nel territorio della Sibaritide.

I calabresi finiti nella rete di Dda e Guardia di finanza appartengono a due gruppi criminali, uno composto da 12 e l’altro da otto componenti. Tutti gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, reati in materia di armi e reati in materia di stupefacenti.

Una holding criminale della droga tra Europa e Sud America

Di “holding criminale” del narcotraffico, in grado di fornire eroina, cocaina e hascisc con fonti di approvvigionamento in Marocco, Albania e Sud America, ha parlato il generale Antonio Quintavalle Cecere, comandante dello Scico della Guardia di finanza. All’interno dell’organizzazione spiccano anche soggetti di nazionalità albanese che, ha spiegato il generale Cecere, “hanno fatto un salto di qualità con proprie filiali e uomini di stanza in Messico, in contatto diretto con i cartelli sudamericani”. Altro dato emerso è la richiesta di armi. “Non solo armi da guerra ma anche armi lunghe e corte – ha detto Cecere – e questo dovrebbe farci riflettere. Perché – si è chiesto – rifornirsi di armi in un periodo di pax mafiosa?”.

Traffico di armi e droga, tra arrestati un evaso da Rebibbia

Tra le persone arrestate nell’operazione ‘Gentleman2’ che ha portato all’arresto di 25 persone, c’è anche Nikolaos Liarakos, 47 anni, di origine greca, latitante da 7 anni, catturato in Germania. L’uomo, ritenuto uno dei vertici dell’organizzazione, si era reso protagonista, nell’ottobre 2016, di una rocambolesca evasione dal carcere di Rebibbia. In tre, tra cui Liarakos, si erano calati con delle lenzuola riuscendo così a superare il muro di cinta.

Durante una delle perquisizioni è stato anche trovato un foglio manoscritto appartenente a Liarakos – che al momento dell’arresto aveva con sè una pistola con silenziatore – contenente dei conteggi sul prezzo della cocaina da inviare a un sodale. L’uomo, ha spiegato Gratteri, “ha girato l’Europa e si è poi stabilito in Germania. Ha una condanna definitiva a 27 anni di carcere per narcotraffico e un procedimento in Belgio, sempre per narcotraffico”.

Nel corso delle attività investigative la Guardia di finanza ha intercettato 50 chili di cocaina provenienti dal Sud America. “Durante le attività di indagine – ha detto il procuratore aggiunto di Catanzaro Vincenzo Capomolla – sono emersi i collegamenti tra esponenti della criminalità della Sibaritide e soggetti che operavano tra la Germania, il Belgio e sul canale di rifornimento degli stupefacenti dei Balcani”. “Oltre ai Balcani, altro canale di rifornimento – ha detto ancora Capomolla – era il Sud America, attraverso un broker di Corigliano che si trovava in Germania e che era in contatto con un soggetto che già in passato era stato in affari con esponenti della criminalità della Sibaritide e che è stato latitante fino ad oggi”

. “Per anni, pur nello stato di latitanza – ha sostenuto ancora il procuratore aggiunto – ha continuato a occuparsi del traffico internazionale di stupefacenti mantenendo i collegamenti con le nuove leve che hanno preso la gestione del traffico di sostanze stupefacenti per conto delle due cosche di ‘ndrangheta più significative della Sibaritide”. Cosche che, nel corso degli anni passati si sono fatte le guerra, ma che hanno trovato una sorta di pax mafiosa proprio grazie al narcotraffico.

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