Avrebbe bevuto qualche birra di troppo, perso una grossa somma di denaro alla slot e litigato animatamente contro un cliente che l’avrebbe appellata come “ricchione”
RENDE – Un tardo pomeriggio movimentato quello di domenica scorsa in un piccolo bar di Quattromiglia dove i carabinieri sono intervenuti su segnalazione del titolare dell’esercizio commerciale a causa di una persona che avrebbe potuto sfasciare il locale. Inizia così “l’avventura” di G. trans di origine brasiliana in città per far visita ad un’amica. Poco meno di 40 anni, vive a Roma ed è parrucchiera. La sua attività si svolge a domicilio.
Secondo il racconto avvenuto in aula del Tribunale in cui si è svolta l’udienza per direttissima, la parrucchiera sarebbe scesa a Cosenza per venire a trovare un’amica. Poi durante gli ultimi giorni si sarebbe fermata in questo bar a giocare alle macchinette. Domenica pomeriggio avrebbe bevuto e perso al gioco una somma di denaro abbastanza congrua. A questo punto, secondo il racconto dell’indagata avrebbe ricevuto delle offese da una cliente presente nel bar che l’avrebbe schernita chiamandola “ricchione”. Da qui ne sarebbe nata una forte discussione con conseguente lancio di oggetti. Il Titolare e la cameriera del bar hanno deciso di chiamare i carabinieri per fermare la lite che stava degenerando.
All’arrivo dei militari la donna avrebbe iniziato ad inveire contro di loro, lanciandogli sgabelli e altra mobilia all’interno del locale e aggredendoli. La brasiliana è stata quindi bloccata dai militari dell’Arma e trasferita in caserma. Sembra che all’interno del locale abbia anche sputato contro la divisa così come avrebbe continuato a farlo una volta giunta in caserma tanto da doverle chiedere di indossare la mascherina. Addirittura in caserma la parrucchiera avrebbe anche tentato la fuga fermata dai cancelli chiusi della caserma.
I carabinieri per l’aggressione subita hanno poi raggiunto il pronto soccorso dell’ospedale civile dell’Annunziata per essere medicati con una prognosi dichiarata di guarigione di 10 giorni. L’indagato è stato posto in stato di fermo con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate personali. Oggi il giudice ha convalidato l’arresto applicando la misura cautelare dell’obbligo di firma nella città di Roma.