Appalto digitalizzazione: documenti del Comune di Piacenza a Rende

Il Comune emiliano ha affidato l’appalto ad un’azienda che ha inteso trasferire i faldoni con 140mila certificati in Calabria

 

PIACENZA – Disagi nel disbrigo pratiche immobiliari nel Comune di Piacenza. Cittadini e ordini professionali (notai, geometri, ingegneri, architetti, ecc.) a contatto con il Sueap (Sportello Unico Edilizia e Attività Produttive) si interfacciano con le conseguenze di un appalto problematico. Ritardi nella lavorazione di 140mila certificati trasferiti da Piacenza a Rende nel 2017 per essere digitalizzati. Solo una ditta, la Archiviando Sas, era candidata alla gara d’appalto per scansionare le pratiche cartacee e renderle virtuali. Aggiudicatasi la commessa da 124mila euro, è ora in difficoltà nel consegnare il lavoro nel termine pattuito a causa della mole di documenti, tra rogiti e atti di compravendita del Comune di Piacenza. Fascicoli che ha trasferito in Calabria, a Rende. Dalla Regione Calabria un funzionario ha visitato la sede cosentina di Archiviando e rassicurato l’amministrazione comunale piacentina sulla presenza dei 140mila certificati ad ora scansionati solo in piccola parte. L’appalto da 124mila euro per l’assessore all’Urbanistica del Comune di Piacenza Erika Opizzi è stato parzialmente saldato con il pagamento di 50mila euro alla consegna delle cartelle. L’azienda però afferma di aver ricevuto solo il 20% del corrispettivo.

 

ARCHIVIANDO SAS REPLICA: “ACCESSI AGLI ATTI DAL 1902 AD OGGI”

L’articolo si riferisce a un lavoro della Archiviando Sas, azienda leader nel settore delle scansioni digitali, che in questi anni ha svolto con eccellenza certificata i più delicati incarichi in seno alle pubbliche amministrazioni di tutto il territorio nazionale, mettendo in campo le migliori professionalità della nostra terra e fornendo formazione e accesso al lavoro a decine di giovani in tempi tutt’altro che facili per chi si fa peso del rischio d’impresa.

 

“Nel 2017 – precisa nella replica Archiviando Sas – ci è stata aggiudicata una gara dal Comune di Piacenza nella quale eravamo unici partecipanti, il prezzo offerto era sulla base delle informazioni descritte nel capitolato di gara e in seguito a un sopralluogo effettuato presso gli archivi del Comune di Piacenza. Il sopralluogo è durato 20minuti per la visione di 700 metri lineari nei quali abbiamo potuto visionare solo una piccola parte di pratiche (ovviamente quelle più recenti e quindi più ordinate) che risalgono anche ai primi del secolo scorso.
Immediatamente dopo l’aggiudicazione abbiamo provveduto al ritiro del materiale archivistico e dopo aver provveduto ad una ricognizione generale abbiamo iniziato la lavorazione dalle pratiche più recenti, così come ci era stato richiesto. Durante le lavorazioni, così come previsto da capitolato, effettuavamo anche le richieste di accessi agli atti, ovviamente su annualità non recenti, ma dal 1902 ad oggi. A questo punto ci siamo trovati di fronte una situazione non corrispondente alle previsioni del capitolato e del sopralluogo.

 

Documenti disordinati, faldoni stracolmi con all’interno più di mille documenti anziché i 400 previsti da capitolato, faldoni contenenti solo documenti A0 per cui è richiesta una cura, una strumentazione e una tempistica diversa rispetto alla  documentazione A4 o A3. Il lavoro che si è prospettato è quindi a quel punto presentatosi immane, tanto che dopo due mesi dall’inizio dei lavori abbiamo chiesto una proroga senza ulteriore dispendio economico da parte dell’ente. Non è stato mai possibile avere delle specifiche e del supporto informatico o archivistico da parte del Comune, i cui responsabili si sono avvicendati nel tempo senza che avessero contezza del da farsi.

 

Abbiamo potuto quindi sperimentare sulla nostra pelle, nostro malgrado, quanto lo spoils sistem all’italiana dovuto agli avvicendamenti politici, il completo disinteresse della sovrintendenza e altre disfunzioni della burocrazia ci abbiano lasciato soli in questo mare di pratiche edilizie, ma fino al 20 dicembre 2018 abbiamo sempre evaso puntualmente le richieste di accesso dei cittadini con piena soddisfazione dei responsabili dell’ente. Da fine dicembre però, gli stessi responsabili dell’ente non hanno più scaricato le pratiche inviategli telematicamente, al punto che il sistema si è bloccato e non è stato possibile più inviare nuove pratiche; più volte abbiamo sollecitato i responsabili del Comune a rimuovere questo impedimento, ma senza nessuna risposta.

 

Come riportato dall’articolo da voi pubblicato inoltre, ogni ispezione ci ha visto certificare la correttezza del nostro operato, e non ci è quindi possibile far passare il messaggio che i ritardi siano dovuti alla mancata professionalità di un’azienda del Sud quando è evidenza nei fatti appartengono alle mancanze fra le vari amministrazioni e burocrazie avvicendatesi in seno al progetto. Abbiamo comunicato che avremmo restituito le pratiche e ottemperato agli accessi agli atti dei cittadini, ma alla nostra pec non è seguita nessuna replica da parte del Comune. Nonostante questo increscioso stallo, noi continuiamo a lavorare alacremente, come in tutti i lavori che abbiamo eseguito sino ad oggi, per difendere i nostri dipendenti e tutelare il buon nome della nostra società”. L’azienda ha inteso inoltre ribadire che le è stato liquidato solo il 20% del totale della commessa.
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