E’ stato sottoposto a sequestro questa mattina alle prime luci dell’alba il depuratore consortile “Valle Crati” in località Coda di Volpe nella zona industriale di Rende
RENDE – Sei persone sono indagate, tutti amministratori e dirigenti dell’impianto di depurazione consortile “Valle Crati” in località Coda di Volpe, nella zona industriale di Rende, con l’accusa di aver sversato liquami direttamente nel fiume Crati. Gli indagati sono accusati di reati ambientali e sono state emesse nei loro confronti solo misure interdittive. Le indagini dei Carabinieri Forestali di Cosenza sono ancora in corso. Secondo l’accusa i liquami dell’impianto venivano scaricati in maniera non conforme. Per questo motivo i carabinieri forestali hanno sottoposto a sequestro l’impianto. I dettagli dell’operazione denominata “Cloaca Maxima” saranno resi noti in conferenza stampa alle 11.00 in Procura a Cosenza.
“Questa è la più importante indagine in materia di tutela dell’ambiente mai condotta nel cosentino – ha dichairato il Procuratore della Repubblica di Cosenza, Mario Spagnuolo – e grazie alla professionalità dei carabinieri forestali è stato possibile stabilire con certezza che l’impianto che doveva servire per depurare i reflui era invece un mezzo attraverso il quale si inquinavano le acque dei fiumi. L’indagine prosegue al fine d’individuare ulteriori e diverse responsabilità”.
VIDEO – Così dall’impianto di Coda di Volpe i liquami arrivavano nel fiume Crati