RENDE (CS) – Il progetto costerebbe circa sei milioni e mezzo di euro, ma Legnochimica Spa non intende spendere più di 650mila euro.
I tre laghi di contrada Lecco contenenti arsenico, cromo, nichel, cobalto e piombo sono il frutto degli scarti di lavorazione industriale sversati in vasche non impermeabilizzate e, da sempre, preoccupano la comunità rendese per le possibili infiltrazioni nelle falde acquifere. Nonostante ciò vegetano a cielo aperto da più di otto anni a causa di mancati accordi sull’iter di bonifica. Il problema oltre che di natura economica, Leghnochimica avrà la possibilità di pagare solo nel momento in cui venderà i terreni, in quanto l’azienda ha cessato le attività ed è ora in liquidazione volontaria, pare essere di natura interpretativa. Per Legnochimica i liquami chimici dei laghi non sono altro che acque di scarico, per ASP, ARPACAL, Regione, Provincia e Comune invece bisogna parlare di rifiuti speciali, percolato da smaltire secondo precise procedure.
Il progetto presentato dall’azienda piemontese prevede che i liquami siano aspirati, puliti in loco e scaricati nelle fognature o nel corso del fiume più vicino. Secondo le autorità sanitarie invece andrebbero aspirati, messi in un autobotte, portati ad un depuratore abilitato e poi scaricati. Il commissario insediatosi dopo lo scioglimento della Giunta Cavalcanti, Maurizio Valiante, per venire incontro alle esigenze di Legnochimica ha quindi ritenuto plausibile la scelta di lavare tutto in contrada Lecco e poi riversarlo nei corsi d’acqua attigui. Manca solo qualche dettaglio e il progetto di bonifica sarà autorizzato. “Per fortuna sono addivenuti a più miti consigli, – afferma Pasquale Bilotta liquidatore di Legnochimica Spa – l’ultima volta abbiamo raggiunto dei punti della bozza di progetto da modificare e adesso dobbiamo presentare il progetto definitivo comprensivo di queste modifiche. Speriamo di presentarlo entro fine mese, ma al momento non abbiamo avuto nessuna comunicazione con il Comune.
Nessuno voleva prendersi la responsabilità di autorizzare questa bonifica, – continua Bilotta – ma noi li abbiamo messi con le spalle al muro e abbiamo raggiunto un’intesa. Il progetto sarà più o meno simile a quello che abbiamo originariamente proposto noi. Il commissario è stato molto pragmatico e ha inteso andare oltre le criticità economiche cercando di superarle anche se non sono in linea con le prescrizioni di ASP e Arpacal. In linea di massima i fanghi dovrebbero essere puliti in loco, a contrada Lecco. Contiamo di pulire tutto, con 650mila euro senza la depurazione dei fanghi. Secondo la loro interpretazione, ai nostri occhi molto restrittiva, avremmo dovuto aspirare sia le acque che i fanghi e portarli ad un depuratore che avesse l’autorizzazione a pulirli. Un progetto da pazzi perchè l’inquinamento, che non c’è con l’acqua, l’avremmo creato con i gas di scarico dei camion e avrebbe molto più male all’ambiente circostante”. Intanto il neoassessore all’Ambiente del Comune di Rende, Francesco D’Ippolito, ha già eseguito un sopralluogo nell’area dell’ex Legnochimica, ma attualmente non è dato sapere come la Giunta Manna vorrà gestire la questione bonifica. Ad oggi pare però che nessun tipo di comunicazione sia intercorsa tra Municipio ed azienda. Ad affermarlo è lo stesso Bilottta: “non sono mai stato contattato dal Comune di Rende. Non so niente di chi sia andato a verificare la situazione dell’area”. Intanto con le temperature estive le esalazioni che si alzano dai laghi chimici fanno rabbrividire i rendesi.