RENDE – Le dichiarazioni di Mario Occhiuto e Orlandino Greco, sindaci di Cosenza e Castrolibero, sulla città unica a due, non ha lasciato silenzioso il sindaco di Rende, Vittorio Cavalcanti che, il giorno dopo le dichiarazioni dei suoi colleghi, replica, rispedendo al mittente le tirate d’orecchie ricevute.
«Cosenza e Castrolibero facciano pure quello che vogliono. Ne prendo atto. Però – precisa – non si dica che Rende non ha la volontà politica di fare la città unica. Questo è un alibi che non regge, è una falsità ideologica, è inaccettabile. Bisognerebbe pensare che, per realizzare una grande città, ci sia bisogno di una governance unica che prenda le decisioni nell’interesse di tutti e non di uno solo. Poi – continua Cavalcanti – per sgomberare, qualora ce ne fossero, dubbi e perplessità, voglio precisare una cosa: Rende non è assolutamente preclusa all’idea di una città unica e, soprattutto, non è vero che manca una precisa volontà politica. E’ solo che, a deteminate condizioni, noi non ci stiamo». Quali condizioni? Eccoli. Il sindaco della città d’Oltre Campagnano li elenca. «La prima è una questione di ordine morale. I Comuni che si siedono ad un tavolo per parlare di città unica devono essere di pari dignità, e se questo non succede, Rende non è e non sarà mai interessata ad un progetto del genere. Noi non ci piegheremo mai ad una proposta ancellare nei confronti di nessuno. E – precisa Cavalcvanti – questo lo dico non solo da sindaco di Rende, ma da cittadino cosentino, che ha deciso di accettare di fare il primo cittadino, proprio perchè stuzzicato dall’idea progettuale della città unica. Non si può andare avanti avanti come dice Occhiuto. Il discorso io voglio fare questa cosa, se a voi non vi va bene la faccio da solo, penso che è un discorso che non vale. Se Cosenza e Castrolibero hanno le loro legittime esigenze, anche Rende ha le sue e devono essere sacrosantemente rispettate» Dalla città unica, alla circolare veloce il tragitto è breve. «A me la circolare veloce va benissimo, ma andrebbe inquadrata meglio, soprattutto, sotto l’aspetto dei percorsi e dei collegamenti nel territorio. Rende non è solo il Metropolis o Roges, è anche l’ìUniversità, il centro storico, la zona industriale. Non avendo una società come l’Amaco, come faccio a collegare queste vaste aree fra di loro?. Io – prosegue Cavalcanti – avevo chiesto di modificare leggermente il percorso delle linee Amaco che arrivano a Rende. L’intenzione era quella di fare, cioè, deviare leggermente il tragitto sul ponte di Campagnano, solo per evitare il semaforo, e proseguire poi sul loro percorso. Sarebbe, semplicemente, bastat spostare una fermata da un lato all’altro della strada. Ma mi è stato detto di no, perchè questa deviazione avrebbe danneggiato la circolazione veloce».