RENDE (CS) – È polemica a Rende dopo che ieri la maggioranza consiliare ha votato il PSC (Piano Strutturale Comunale e il Regolamento Urbanistico ed Edilizio). Una decisione presa senza attendere i consiglieri che compongono la minoranza in Consiglio comunale. E sopratutto, con una spada di Damocle che grava sull’Amministrazione, che potrebbe rischiare lo scioglimento per infiltrazioni mafiose nell’inchiesta “Mala Arintha”.
“Quanto accaduto ieri in Consiglio Comunale a Rende, purtroppo, e’ rappresentativo di un comportamento politico assolutamente poco aperto al confronto, al dialogo, alla concertazione e, per alcune posizioni, molto ambiguo”. Così dichiara il consigliere comunale di Rende Andrea Cuzzocrea. Un tema importante come il PSC non poteva e doveva essere liquidato in meno di 8 minuti, senza una esaustiva relazione introduttiva, senza la verifica di eventuali condizioni di incompatibilità, ma soprattutto, senza un dibattito, seppur acceso e vigoroso, improntato sui contenuti.
Io ricopro il ruolo di Consigliere Comunale da molti anni e non ricordo sia mai accaduto che, addirittura, si dà inizio ai lavori del Consiglio Comunale in perfetto orario e senza eseguire, come di consueto e da Regolamento, l’Inno nazionale di Mameli. Tutti questi elementi devono far riflettere ognuno di noi, ma soprattutto chi, evidentemente, li ha voluti o ha consentito che gli stessi potessero essere attuati, per chissà quale motivo o ragione, soprattutto in un momento particolare della vita politica ed istituzionale che la Città sta vivendo!!!!!
Non è mia abitudine polemizzare ed alimentare lo scontro politico, ma alcuni comportamenti sono e rimarranno inopportuni e politicamente non concepibili. Ribadisco con enfasi che nessuno mai poteva e doveva negare una costruttiva discussione in aula del Piano Strutturale Comunale, ne tantomeno era nelle intenzioni mie, per dovere istituzionale e rispetto delle regole e dei ruoli, di ostacolare decisioni che dovevano essere prese in aula a maggioranza, dopo giusta e necessaria discussione ed alla presenza dei Consiglieri Comunali.
La Città ci osserva – prosegue Cuzzocrea – e tali comportamenti allontanano ancor di più i cittadini dalle istituzioni, mettendo ancor di più in evidenza le non attitudini al dialogo, alla partecipazione attiva ed alla condivisione. E’ pur vero che alle 9:00 di ieri mattina, ora precisa di convocazione del Consiglio Comunale, alcuni Consiglieri, me compreso, non erano ancora presenti in aula. Ma è altrettanto vero che non si è mai, e dico mai, dato inizio ai lavori del Consiglio Comunale all’ora precisa di convocazione.
C’è sempre stata in tal senso la giusta tolleranza, per altro prevista anche dal regolamento, per dare a tutti i consiglieri la possibilità di poter raggiungere l’Aula e partecipare attivamente ai lavori. Aver iniziato i lavori del Consiglio Comunale, senza la presenza di buona parte dei Consiglieri, considerando anche l’importanza dei Temi in discussione, è un atto di irresponsabilità istituzionale e politica verso i colleghi e soprattutto verso i Cittadini tutti. Ogni Presidente del Consiglio, in quanto tale, deve essere garante della imparzialità, degli equilibri, della partecipazione e della correttezza istituzionale, e ciò ieri ed anche in altri casi non è avvenuto.
Tale esperienza resterà nella storia delle negatività politiche della città di Rende. Ritengo che la situazione politica sia diventata insostenibile ed inadeguata e come tale prima volge al termine e prima si può iniziare a programmare il futuro dei nostri territori, partendo, – conclude il consigliere – purtroppo, da un contesto politico stanco, ambiguo, ambiposizione, demotivato, poco dialogativo, non inclusivo e non facilitatore del confronto e del dibattito”.