Area Urbana
Malasanità all’Annunziata: «mamma e neonato hanno rischiato la vita, denunceremo»
COSENZA – Un altro episodio di presunta malasanità scuote l’ospedale Annunziata di Cosenza. La denuncia è arrivata alla nostra redazione dal suocero di una partoriente che ha voluto raccontarci il parto ‘infernale’ che avrebbe subito la donna, ricoverata nel reparto di ginecologia e ostetricia del nosocomio cosentino. La famiglia della paziente ha dichiarato che agirà per vie legali, denunciando il caso alle autorità competenti, motivo per cui ha preferito mantenere l’anonimato.
Annunziata, la denuncia: “mamma e bimbo hanno rischiato la vita”
La donna, la sera del 16 dicembre scorso, da San Marco Argentano viene trasportata in ospedale a Cosenza. “Mia nuora rompe le acque lo scorso sabato intorno alle 21, dopo due ore che era ricoverata nel reparto di ginecologia dell’Annunziata. Nessuna dilatazione e nessuna contrazione. Decidono di attendere fino al giorno seguente domenica, per vedere se spontaneamente iniziava qualche contrazione ma nulla. Alle 21 di domenica 17 dicembre inizia il calvario: i sanitari si apprestano ad effettuare le tecniche per indurla al parto ma non c’è dilatazione sufficiente.
L’uomo ci racconta che “il calvario prosegue fino alle 8 di lunedì, sia la madre che il bambino sono stremati e privi di conoscenza. Inizia la lite in sala parto per le responsabilità, visto che il bambino dal tracciato era quasi morto e la mamma priva di conoscenza, considerato che il neonato aveva doppio giro di cordone ombelicale al collo. Trasportati in sala operatoria di urgenza, inizia l’intervento per effettuare un parto cesareo, tentando si salvare la vita del bimbo che da lì a poco avrà ben due arresti cardiaci, per essere poi rianimato prontamente da un angelo della terapia intensiva neonatale. Il tutto contornato da una bella lite fra ostetrica e medico per attribuirsi le responsabilità, visto che avevano percepito il dramma che si stava verificando per mamma e figlio.
“Sono passate ore interminabili di lunedì, – prosegue nello sfogo il nonno – dove il reparto neonatale ci comunicava che il bimbo avrebbe potuto avere problemi cerebrali e che avrebbero valutato la fase di ipotermia per salvaguardarlo da danni maggiori. Nella serata il bambino è stato estubato ed ha iniziato a respirare da solo e piangere.
Il nonno ci spiega che dagli esami il piccolo non avrebbe riportato problematiche, secondo quanto riferito dall’ospedale “ma pregheremo Dio che tutto vada per il meglio e faremo tutti i dovuti controlli del caso anche fuori dall’ospedale”. Il piccolo, inoltre, subito dopo è rientrato in sala operatoria a causa di un’ernia inguinale “mentre la mamma avendo subito un cesareo ed applicazione di bisturi per aumentare lo spazio al parto naturale, al momento è traumatizzata in reparto, come lo siamo tutti noi assistendo da spettatori a questo scempio.
I medici? Il solito scarica barile sulle responsabilità di tizio e caio. Siamo stufi di fare le pecore e subire le ingiustizie da parte di alcune persone che occupano un ruolo fondamentale nella sanità. I tagli e i protocolli contano poco, contro la negligenza, menefreghismo e arroganza di alcuni soggetti che non portano rispetto al valore della vita. Un sacrificio durato 9 mesi, messo a repentaglio in poche ore da persone ignobili!
Chiedo che venga diffuso questo messaggio perché voglio allertare la gente a stare in campana. In mezzo a tanti ottimi sanitari, a volte, purtroppo, si celano anche dei professionisti negligenti che non sembrano mostrare alcun briciolo di umanità. Da nonno, denuncerò questo ennesimo episodio di malasanità alle autorità competenti a tutela di chi dovrà gioire e non piangere”.



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