COSENZA – Nei giorni in cui si parla molto degli sbarchi, delle nuove norme emanate dal Governo, c’è chi preferisce analizzare il problema non da un punto di vista politico, ma partendo da ciò che accade nei paesi di origine dei migranti. Lui è il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, che, come lui stesso ha affermato, conosce bene l’Africa e la sua povertà dopo averla visitata.
Giorni decisamente intensi quelli che hanno seguito la tragedia di Steccato di Cutro, non solo per le proporzioni della tragedia stessa, ma anche per le conseguenze politiche, oltre che giudiziarie. Gratteri non è entrato nel dibattito sotto questo punto di vista, ma ha analizzato il problema andando all’origine: “Bisogna andare nella zona a ridosso del deserto del Sahara per controllare chi organizza l’attraversamento del deserto – ha detto Gratteri – perché ci si sofferma sull’attraversamento del Mediterraneo come se il problema fosse quello”.
“Il problema sono le organizzazioni criminali che organizzano l’attraversamento del deserto, che è il primo grande step. Chi sopravvive a questo passaggio e alle gabbie, che si trovano in Libia, tenta poi il passaggio del Mediterraneo. Con i soldi che costa un giorno una nave nel Mediterraneo – ha concluso il procuratore – si costruisce un ospedale in alcuni paesi dell’Africa”.