COSENZA – Si susseguono i colpi di scena durante l’udienza di questa mattina al processo Bergamini, il calciatore del Cosenza morto il 18 novembre 1989 a Roseto Capo Spulico. È l’avvocato di parte civile Fabio Anselmo a prendere per primo la parola per chiedere alla Corte di non ammettere al banco Pietrantonio Ricci, medico legale. Presente in aula Donata Bergamini che ha lasciato trasparire la delusione verso il dottore che il 25 ottobre 2021 era stato ammesso a processo come consulente della famiglia Bergamini ma non era stato ascoltato. Dal 17 novembre novembre 2023 risulta anche consulente della difesa.
Pm e parte civile contrarti. La difesa: “il professore va sentito”
La testimonianza del teste secondo Anselmo avrebbe un carattere incriminante. Ricci- spiega Anselmo -, è stato denunciato alla procura di Castrovillari che ha girato la procedura alla procura di Cosenza per competenza territoriale. Concorde con l’avvocato di parte civile è anche il Pm che, in aula, ha chiesto di non ammettere Ricci nè come consulente nè come testimone. Discordante è il pensiero dei legali della difesa, Rossana Cribari e Angelo Pugliese. “Il professore si deve sentire in qualità di testimone poiché è si denunciato ma, per il momento non risulta indagato”. Dal canto suo Pugliese precisa come “ancora oggi si cela un velo di omertà. Il principio del Professor Ricci – continua l’avvocato della difesa – è quello di adempiere al suo mandato con professionalità e decoro e non favorire la famiglia Bergamini“.
La Corte lo ammette come teste, lo sfogo di Donata
La corte si è ritirata in consiglio per circa un’ora e al rientro ha deciso di ammette il professor Ricci come “teste qualificato”. È il primo dei due teste di giornata ad essere audito nel processo. Durante la pausa Donata Bergamini ha scritto sulla sua pagina Facebook un commento sull’udienza in corso.
Ricci in aula: “il corpo di Denis era incredibilmente intatto”
Ammesso il teste(qualificato) alla sbarra, inizia l’esame della difesa (Ricci si definisce ancora il consulente chiamato da Donata Bergamini ma in aula compare come testimone della difesa). “È la prima volta che mi ritrovo in questa situazione – precisa il prof Ricci – e con non poco imbarazzo ho risposto e fornito ai legali della Internò alcune note integrative depositate agli atti del processo. Secondo il medico è dubbia la validità della glicoforina nel caso del corpo di Bergamini. La glicoforina è stata utilizzata dai medici legali dell’accusa per dimostrare che quando fu investito dal camion Bergamini era già morto, per soffocamento.
“Nutro grande stima per il professore Fineschi ma non sono d’accordo con la sua visione poichè – spiega il medico legale- non ci sono sviluppi sull’attendibilità della glicoforina in casi come questo. La positività alla glicoforina non può essere l’unica prova perché possono esistere dei falsi positivi”. Di contro il professor Ricci ritiene di essere in line con il pensiero di Crisi: “c’è stato un sormontamento con il corpo che aveva ancora qualche segnale di vita, non si discute che ci sia stata una morte asfittica meccanica violenta, l’unico elemento che mi fa dubitare riguarda l’attendibilità della glicoforina, perché da allora non ci sono stati evoluzioni scientifiche in tal senso.
Il pm Luca Primicerio ha poi mostrato a Ricci un articolo dove compare una sua intervista: “chi ha parlato di suicidio mente” . In aula il medico non ricorda però di averla mai rilasciata: “non ricordo. Potrei aver detto quelle cose, se è così vuol dire che in momento ne ero certo”.
Il processo si aggiorna il prossimo 9 gennaio: al banco il professore Francesco Maria Avato, effettuò la prima autopsia sul corpo di Bergamini.