Il ministro Delrio a Cosenza, l’appello di un sindaco: “Risolvere nodo Imu-Tares”

COSENZA – Tra poche ore il ministro degli Affari Regionali e Autonomie Locali tra poche ore farà visita alla città bruzia.

Un occasione per portare alla luce le problematiche della pubblica amministrazione calabrese. Il sindaco di Cotronei Nicola Belcastro coglie l’occasione per ‘tirare l’orecchio’ ai vertici romani che dettano i protocolli per la gestione di Regioni, Province e Comuni. “Gentile ministro, – scrive Belcastro nella sua missiva indirizzata a Graziano Delrio – so che la richiesta che sto per farLe sembrerà quanto meno insolita, ma si rende necessaria: considerata la sua esperienza di amministratore locale e di Presidente dell’Anci, può fornirci la sfera di cristallo o la bacchetta magica, così da poter redigere i bilanci per l’esercizio 2013? Basta leggere un qualsiasi quotidiano o ascoltare un telegiornale per sapere che il Governo sta ancora parlando di riorganizzare e rideterminare l’Imu e la Tares, lasciando i Comuni nella scomodissima posizione di dover predisporre i bilanci di previsione senza avere riferimenti precisi in materia tributaria, per non parlare della nuova invenzione del “Fondo di solidarietà”, il cui calcolo porterà al risultato che lo Stato, nella sua magnanimità, sarà così solidale con gli Enti Locali da trasferire risorse pari a zero, se non peggio! In questo quadro, va detto chiaramente e non in burocratese che le famiglie e le imprese, già duramente provate dall’Imu, dalla mancanza di lavoro e di liquidità, si vedranno vessate dall’imposizione della Tares, con aumenti anche quattro volte superiori rispetto alla Tarsu, senza, peraltro, avere in cambio nessun nuovo servizio. Paradossalmente i comuni sono chiamati ad aumentare la tassazione e al contempo non avere neanche le risorse per la gestione ordinaria, considerato che sono prelevate direttamente dallo stato. Io non me la sento di essere protagonista di ulteriori lacrime e sangue che i miei concittadini dovranno versare per uno Stato famelico (sarebbe più giusto chiamarlo “Stato Ladro” in quanto prende e non da nulla in cambio), che impone ai Sindaci, loro malgrado, di fare gli esattori e gli aguzzini. Tale situazione di pure angoscia, ritengo sia comune con la stragrande maggioranza degli amministratori locali che sentono, specie nel meridione d’Italia, le tante difficoltà nell’andare avanti. Cosa c’è di “municipale” in queste imposte che i Comuni devono istituire e il cui gettito, per una parte considerevole viene trattenuto dallo Stato? Lei signor Ministro, nella veste, appena dismessa, di Presidente dell’Anci era ben conscio della situazione, non più sostenibile, in cui si trovano i Comuni; oggi nel nuovo ruolo, la esortiamo a portare avanti nell’azione di Governo le ragioni degli enti locali e le conseguenti difficoltà. Non sarebbe giustificabile un roboante silenzio, rispetto al grido d’allarme di tutti i Sindaci d’Italia che tra i limiti del Patto di stabilità, nuovi tributi e tagli lineari indiscriminati ai trasferimenti statali si trovano a non poter esercitare il loro ruolo e quello che è più grave a dover tagliare i servizi essenziali. Ma veramente lo Stato pensa di contenere il debito pubblico chiedendo sacrifici solo agli Enti Locali e continuando a rinviare una politica seria di tagli alle spese dell’apparato statale? Con quale coraggio un Sindaco si presenta ai suoi cittadini chiedendo loro di “rinviare il Natale 2013” a data da destinarsi, perché a dicembre ci sarà un ingorgo fiscale e tributario che la tredicesima, per i fortunati che la percepiscono, andrà tutta in tasse e balzelli, mentre i costi della politica (indennità e rimborsi a deputati, a gruppi consiliari ecc.) continuano a essere salvaguardati, se non a lievitare in maniera tracotante e sfacciata? Perché nessuno vuole valutare seriamente la proposta di una’imposta patrimoniale sui grandi patrimoni per redistribuire meglio il carico fiscale? Le assicuro che tutto questo non è né retorica, né demagogia, né viene da un Sindaco di un‘area politica a Lei avversa, ma la situazione degli Enti Locali è davvero insostenibile, specie nei Comuni piccoli e medi, che sono quelli che fanno l’Italia. La invito a visitare un comune della Calabria in modo informale e senza i clamori della presenza di un Ministro, così da vedere i drammi che ogni giorno un Sindaco deve affrontare, forse cinicamente, per rispettare il patto di stabilità o non aumentare la spesa del servizio rifiuti, per evitare ulteriori aggravi sulla Tares o altro! Se si continua così, se resta inalterata sordità e la cecità del Governo, ai Sindaci non resta che mettersi alla testa dei cittadini e organizzare una sorta di “disubbidienza fiscale” che potrebbe passare, come primo passo, dal pagamento dell’Imu sul conto corrente del Comune e non per mezzo del modello F.24, così da avere disponibilità immediata delle somme e non aspettare che il Ministero competente mi “faccia dono” delle tasse versate dai cittadini! Tutto ciò senza perdere di vista il concetto che i Sindaci sono figure istituzionali elette direttamente dal popolo sovrano, per tutelare i diritti dei cittadini e dare risposte ai loro bisogni. Siamo stufi di dimostrare quel senso di responsabilità che, stranamente, viene richiesto solo a noi. Noi Sindaci portiamo la fascia tricolore, siamo l’Italia, siamo un pezzo importante della Repubblica e lo Stato non può ricordarsi di noi solo quando c’è da far pagare le tasse o mantenere l’ordine pubblico. Spero che queste mie riflessioni siano ascoltate e comprese, da un rappresentante dello Stato che ben conosce la realtà dei Comuni, perché a nulla servirebbero se dovessero rimanere relegate in qualche cassetto”.
Cordialmente.

*Sindaco di Cotronei

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