COSENZA – Circa un centinaio di lavoratori presidiano la prefettura.
Il certificato antimafia non arriva. E le coop. restano al palo. Circa cento lavoratori da Maggio senza un’occupazione protestano in attesa di risposte chiare sul proprio futuro lavorativo. Si tratta dei dipendenti delle 13 cooperative di tipo B che hanno perso nei mesi scorsi i contratti di collaborazione con il Comune di Cosenza a causa del mancato rilascio da parte della Prefettura di Cosenza del certificato antimafia. Già il 27 giugno scorso i lavoratori si erano mobilitati dalle prime ore del mattino attendendo l’arrivo del Prefetto Cannizzaro il quale alla vista dei manifestanti si sarebbe difeso dichiarando di non aver fatto altro che applicare la normativa vigente, spiegando poi agli ex lavoratori che, nonostante siano stati cambiati sia presidenti sia consigli d’amministrazione delle cooperative sui quali vertevano gli scetticismi dell’antimafia, il Comune di Cosenza non avrebbe ancora provveduto a recapitare la documentazione necessaria a ripristinare lo status delle società. Cannizzaro ha poi rassicurato i manifestanti affermando che nel giro di pochi giorni la situazione si sarebbe risolta. Poi il tentativo di suicidio di un operaio nel portone di Occhiuto scongiurato dai carabinieri. L’occupazione del palco del Boulevard. Mobilitazione, rabbia, ma nessuna risposta. E’ così che stamane infuriati e ormai disoccupati i lavoratori si sono riuniti sotto la Prefettura per far sentire tutto il loro disagio. Ad affiancarli decine di poliziotti. “Siamo qui per chiedere che ci venga ridato il nostro posto di lavoro, – afferma l’ex presidente della coop. Centro Città – vogliamo avere l’opportunità di poter ritornare alla nostra occupazione. La situazione per le nostre famiglie è estremamente critica, non abbiamo il TFR, ma solo l’indennità di disoccupazione che non stanno erogando. E’ una vera e propria emergenza sociale, andremo avanti con le proteste finchè non ci daranno risposte”. A rispondere è lo stesso Mario Occhiuto che con estrema chiarezza spiega che “il rilascio del certificato non dipende né dall’amministrazione né dal prefetto, ma dalle indagini di carabinieri e polizia. Noi come Comune siamo obbligati dalla legge a richiedere il certificato antimafia in Prefettura. Ovviamente come è successo con le altre coop. quando saranno in ordine con la documentazione e non vi sarà l’interdizione potranno tornare a lavorare”.
La segreteria provinciale del Movimento Disoccupati Calabresi ha da subito comunicato la propria solidarietà ai lavoratori delle cooperative rimasti privi di un’occupazione: “Trascorrono i mesi – si legge in una nota – ma ad oggi registriamo l’ennesimo scarica barile per quanto riguarda la drammatica situazione delle cooperative sociali di tipo B che da decenni lavoravano per conto del comune di Cosenza. Dire che è triste, affermare che è ingiusto non serve più! Oggi centinaia di lavoratori sono scesi in piazza XI settembre affiancati dal movimento disoccupati per l’ennesima volta per dire che cosi non si puo andare avanti… negare un sussidio di 600 euro al mese a padri di famiglia equivale a dirgli di andare a delinquere. Rifiutare il lavoro a chi vive esclusivamente di ciò che riceveva dalla rispettiva cooperativa significa uccidere le politiche sociali. Ora basta! Il lavoro è non solo un diritto, ma una necessità dell uomo, per l’ennesima volta chiediamo rispetto, dignità e giustizia per tutti i lavoratori delle coop sociali. Che qualcuno intervenga, che qualcuno faccia qualcosa, prima che la situazioni degeneri! C’ è già un tentativo di suicidio sotto la casa del sindaco Mario Occhiuto, come sempre si aspetta il morto?”.