Per il presunto autore dell’omicidio di Antonio Taranto, l’accusa ha chiesto la condanna a 30 anni di reclusione.
COSENZA – L’omicidio di Antonio Taranto, risale al 28 marzo dello scorso anno e Domenico Mignolo è accusato dell’assassinio avvenuto in via Popilia, e per il quale è stata formulata una richiesta di condanna a trenta anni di reclusione dopo la requisitoria. La richiesta è arrivata dai pm Donatella Donato e Antonio Bruno Tridico, titolari dell’inchiesta nella quale risultano indagate altre tre persone: Riccardo Altomare, Leonardo Bevilacqua e Mirella Occhiuzzi. Per i primi due i pm hanno chiesto una condanna ad un anno e quattro mesi ciascuno; 10 mesi e venti giorni invece per la Occhiuzzi.
I quattro imputati vengono giudicati con il rito abbreviato ed il gup ha aggiornato l’udienza al prossimo 18 luglio per le arringhe degli avvocati e per le eventuali repliche del pm. Secondo la ricostruzione dell’accusa Mignolo, avrebbe sparato dal balcone della sua abitazione colpendo nel mucchio ma centrando la persona sbagliata. Il vero obiettivo infatti, sarebbe stato Leonardo Bevilacqua.
Mignolo era arrabbiato perchè gli era stato ‘sospeso’ lo stipendio del clan mentre era in carcere. A far aumentare la tensione una lite precedente, avvenuta in discoteca tra il presunto assassino e Bevilacqua. Taranto sarebbe stato estraneo ai fatti. Al ritorno dal locale, in una piazzetta di via Popilia Mignolo sarebbe salito a casa e avrebbe iniziato a sparare nel buio contro il gruppetto colpendo a morte Taranto che, ferito, ha provato ad entrare nell’atrio di uno stabile.