COSENZA – Un Comune unico subito. Per ridurre i costi, aumentando i servizi. E superare la crisi.
Casole Bruzio, Trenta, Pedace, Serrapedace, Spezzano Piccolo, sono i Comuni che vorrebbero fondersi, mentre Celico e Spezzano Sila stanno riflettendo sul da farsi. “Il Comune Unico della Presila è una necessità non più rinviabile, – affermano i Verdi Ecologisti ed i Rappresenti elettivi del ‘Sole che Ride’ – sia sul fronte dell’efficacia e dell’efficienza degli interventi di pubblica utilità e sia sul fronte dello sviluppo moderno e sostenibile del territorio. E’ questa la riflessione maturata nell’ambito dell’ultima riunione svoltasi nella sede del Coordinamento di Cosenza. E’ ormai passato un decennio da quando fu istituita l’Unione dei comuni della Presila cosentina. Fu la prima Unione ed essersi costituita in tutto il territorio calabrese. Autodeterminarsi non era solo un modo per tagliare gli alti costi della politica, ma qualcosa di assai più importante per la vita delle comunità amministrate. Essendo il Comune quello che, di fatto, condiziona, attraverso la programmazione e l’erogazione dei servizi essenziali, la vita dei cittadini. Purtroppo, come spesso accade in questo Paese, molti impegni rimangono annunci, e cosi è stato anche per il Comune Unico della Presila. Un annuncio, nulla di più. Contribuendo ad elevare la sfiducia del cittadino verso istituzioni e politica. Se un decennio non è bastato per unificare sotto una sola amministrazione sette piccoli comuni, tra l’altro, di fatto, già uniti, sia fisicamente ( non si distingue più dove finisce un comune e dove inizia l’altro), dall’interscambio di numerosi cittadini presilani (ormai ogni paese è composto da abitanti provenienti altre comunità non solo viciniori), significa che c’è una volontà politico-istituzionale ben precisa a rimanere come si è: sostanzialmente divisi. Bastava poco per cancellare le sette amministrazioni (non le storie centenarie dei singoli paesi e dei suoi abitanti). Infatti, necessitava solo un atto di coerenza che consentisse alle amministrazioni coinvolte di approvare con documento deliberativo del consiglio per sancire la volontà di unirsi, chiamando i cittadini a confermare questa volontà con un referendum popolare. Purtroppo, in questi anni, trascorsi inutilmente, si potevano fare molte cose che avrebbero reso il comprensorio presilano meglio organizzato sul piano dei servizi, quindi più vivibile. Si sarebbe potuto varare un ‘Piano dei Trasporti’ con al centro la tratta ferrata delle Ferrovie della Calabria e una circolare di collegamento. O ancora, puntare a un ‘Piano Energetico Collettivo’, con fonti rinnovabili; promuovere una gestione congiunta dei rifiuti; individuare un centro sportivo attrezzato e un grande parco urbano. In altre parole, si poteva fare tanto insieme per la promozione del comprensorio in questione. Purtroppo – conclude la riflessione dei Verdi Ecologisti della Presila – con grande rammarico, registriamo una non volontà politica e istituzionale a istituire, autonomamente, un solo comune. Quindi, allo stato attuale, per sperare nel comune unico ci restano due opportunità. La prima è la raccolta delle firme per indire il Referendum, mentre la seconda è augurarsi la fusione dei piccoli comuni venga imposta per legge”.