COSENZA – Barricate all’ingresso dell’A3.
I lavoratori in attesa della retribuzione di mesi e mesi di ammortizzatori sociali in deroga non si muovono dall’imbocco autostradale della Salerno-Reggio Calabria. La città è nuovamente paralizzata. Via Pasquale Rossi rimane chiusa al traffico. Dallo svincolo di Cosenza non si esce e non si entra. Dopo una notte trascorsa all’addiaccio, presidiando la rotonda di accesso all’A3, i lavoratori in mobilità e cassaintegrati continuano a chiedere giustizia. L’assessore al Lavoro della Regine nonostante già 41 milioni di euro siano stati stanziati per coprire i carichi pendenti sul fronte degli ammortizzatori sociali stenta a rilasciare il nulla osta all’Inps per i pagamenti. La protesta va avanti da circa ventiquattro ore non si arresterà finché come affermano i manifestanti: “non avremo gli assegni in mano”. I rappresentanti sindacali di CGIL, CISL e UIL dopo aver abbandonato la protesta al tramonto, sono tornati stamattina per discutere con i lavoratori che hanno occupato la rotonda per l’intera notte. Da indiscrezioni trapelate nel corso della serata pare che la Regione dovrebbe sbloccare almeno tre mensilità invece che una come inizialmente annunciato, ma su questo aspetto, cruciale per il prosieguo della mobilitazione, i sindacati mantengono il massimo riserbo. Le retribuzioni mensili spettanti ai lavoratori in protesta, la maggior parte con figli a carico, vanno dai 350 ad un massimo di 700 euro. La vicenda della mancata erogazione degli ammortizzatori sociali che colpisce in Calabria 20mila lavoratori, di cui 9mila solo nella provincia di Cosenza, a distanza di oltre un anno è stata trasformata in una vera e propria macelleria sociale attuata inspiegabilmente dalla giunta Scopelliti ai danni di centinaia di famiglie indigenti.
La Regione Calabria comunica:
“L’assessore regionale al Lavoro, Formazione professionale e Politiche sociali, Nazzareno Salerno, ha incontrato le parti sociali e datoriali al fine di definire le modalità di attuazione dell’Accordo istituzionale 2013 apportando le appropriate integrazioni tecniche e facendo seguito alle intese raggiunte il 20 maggio scorso. Nel verbale sottoscritto da tutti i partecipanti è stato ribadito, fra l’altro, che possono presentare istanza di Cassa integrazione guadagni in deroga le aziende con inquadramento previdenziale di natura privatistica, anche a parziale o totale partecipazione pubblica, e istanza di Mobilità in deroga i lavoratori di aziende della stessa natura. Si tratta, dunque, di una soluzione che apre al coinvolgimento di un’ampia platea offrendo protezione sociale ai lavoratori colpiti da sospensioni o cessazioni dell’attività produttiva. Obiettivo dell’incontro è stato anche quello di erogare con la massima celerità e nel pieno rispetto delle procedure le risorse assegnate dal Ministero del Lavoro ed ammontanti ad oltre 41 milioni di euro. È stata, inoltre, specificata, al fine di meglio utilizzare gli strumenti di politica attiva del lavoro, l’opportunità che l’accordo sindacale contenga indicazioni relative alla tipologia di formazione/riqualificazione specifica aziendale e/o interaziendale necessaria per consentire il reimpiego dei lavoratori al termine delle esigenze che hanno determinato la richiesta di Cassa integrazione in deroga, nonché i fabbisogni formativi derivanti da accordi settoriali, territoriali o regionali”.
Aggiornamenti:
Il presidio dei lavoratori è stato sciolto nel corso della mattinata spostandosi inizialmente verso l’INPS. A seguito dello sgombero i rappresentanti sindacali con una delegazione di lavoratori sono partiti alla volta di Catanzaro per essere ricevuti dall’assessore Salerno. In attesa di fronte all’assessorato del Lavoro i lavoratori chiedono risposte in merito al pagamento delle proprie spettanze.