COSENZA – Medici e ‘ndrangheta. Ambiti che, purtroppo, spesso si incrociano e si commistionano.
Due note personalità sanitarie della provincia di Cosenza sono state oggetto di indagini su un’operazione condotta dalla DDA di Reggio Calabria sul noto padrino di San Luca, Antonio Pelle, detto “gambazza”. Molte vicende sono venute a conoscenza della procura calabrese grazie all’arduo piazzamento di una microspia, avvenuto nel febbraio del 2010, all’interno dell’ultima casa in cui aveva dimorato il boss. La cimice in questione ha fornito alla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria una serie di informazioni che hanno coinvolto i su citati medici, ma anche un insieme di altre personalità non sospette. Tra i coinvolgimenti inaspettati di quest’inchiesta, emerge il nome di un professionista reggino, Giovanni Zumbo, il quale, nelle intercettazioni effettuate, promette al padrino sanluchese di rivelargli, con un anticipo di “almeno cinque ore”, un blitz che le procure di Milano e di Reggio Calabria stavano progettando da tempo. Il commercialista Zumbo pagherà questa delazione con il suo arresto. Ma, come introdotto, altri insospettabili professionisti emergono da questa inchiesta. Tra questi, Vincenzo Cesareo, medico dell’area del Tirreno con un noto passato politico, finisce sotto inchiesta in quanto intercettato a intrattenere rapporti telefonici e amichevoli con il boss, e Guglielmo Quartucci, psichiatra e gestore della clinica cosentina “Villa degli Oleandri” che ospito’ Antonio Pelle per una depressione da lui certificata. Cio’ ha portato all’iscrizione dei due medici nel registro degli indagati e staremo a vedere se emergeranno delle responsabilità penali.