COSENZA – Minacce di “fuoco”. I carabinieri del comando provinciale, coordinati dal colonnello Francesco Ferace, non hanno dubbi,
o almeno ne hanno pochi. L’incendio che ha distrutto il deposito di una falegnameria, su via Popilia, è di natura dolosa. Un’ipotesi investigativa che è stata “accertata” anche dai vigili del fuoco del comando provinciale di Cosenza che, hanno domato l’incendio, evitando che le conseguenze del rogo, assumessero proporzioni drammatiche. A lanciare il segnale di sos, allarmati da quelle fiamme e dal quell’insopportabile odore di fumo che entra nella gola e toglie quasi il respiro, sono stati i residenti della zona, svegliati dal crepitio del fuoco. Immediatamente è stato segnalato l’episodio alla centrale operativa del 115. Gli eroi silenziosi del comando di viale della Repubblica, hanno lavorato diverse ore, per domare le fiamme e mettere in sicurezza l’area interessata dall’incendio. Il fuoco, dopo aver “divorato” la legna presente nel deposito e altri arnesi di lavoro, accatastati, ha “cancellato” anche indizi utili alle indagini e prove. Ma i vigili del fuoco, con la loro abilità e la loro grande esperienza, sono convionti che riusciranno a “far parlare” la scena del crimine. I carabinieri, dopo aver aspettato che i pompieri, terminassero le operazioni di loro competenza, hanno fatto un sopralluogo all’interno del deposito. Il titolare della falegnameria, ascoltato dagli inquirenti, non ha saputo fornire indicazioni utili sull’accaduto. Ma i detective della Benemerita sono sicuri che quel silenzio, valga molto, ma molto di più di una denuncia. Gli inquirenti non hanno dubbi: dietro quell’incendio c’è la firma dei signori della mala. Padrini, picciotti e uomini d’onore che si “cibano” di estorsioni, minacce e della paura delle loro vittime.