Sesso con minori. Arrestato ‘club di magnacci’ del web

COSENZA – Appuntamento al Metropolis, poi dritto verso la zona industriale.

La Polizia postale di Cosenza coordinata dal pm Paola Izzo ha eseguito stamattina cinque arresti in città. Tra i capi d’imputazione che pendono sugli arrestati spicca il reato di violenza sessuale su minore. A finire in manette un gruppo di uomini tra i 20 e i 40 anni che con affinate tecniche affabulatorie avrebbero adescato due giovani undicenni cosentine su internet per indurle a compiere atti sessuali. A volte consumati con il consenzientemente a volte con l’uso della forza. Gli eventi criminosi sarebbero stati perpetrati per circa due anni con una serie innumerevole d’incontri alle quali le due giovani, appartenenti a famiglie della media borghesia, avrebbero partecipato sempre in coppia. La denuncia è scattata a seguito dell’intercettazione da parte della sorella maggiore di una delle due vittime di una conversazione su Facebook dal contenuto equivoco. Le indagini che hanno portato agli arresti di stamane si sono snodate in un arco temporale di un anno ed hanno portato alla luce rapporti consolidati tra le vittime e gli sfruttatori da almeno due anni.

 

Le ragazze, oggi poco più che dodicenni, sarebbero state costrette ad avere rapporti generalmente orali ed anali con i loro adescatori, senza ricevere in cambio del denaro, ma con l’imposizione del silenzio attraverso minacce ed intimidazioni. Gli arrestati sono tutti incensurati residenti nell’hinterland cosentino. Solo due degli accusati, due uomini classe ’71, sono stati posti sotto custodia cautelare in carcere, per gli altri tre, due 23enni e un 22enne, sono stati invece disposti gli arresti domiciliari. Gli ‘orchi’ alcuni dei quali sposati sono persone senza alcun precedente per violenza, provenienti da diversi settori professionali: un falegname, un commerciante, un imprenditore edile. Gli stessi avrebbero proposto alle vittime anche di consumare rapporti in presenza delle proprie mogli, le quali attualmente non risultano nel registro degli indagati. Il Procuratore Dario Granieri ha affermato stamane alla presenza della stampa che “si tratta di un protocollo criminale collaudato” e a proposito delle intercettazioni virtuali monitorate nel corso delle indagini ha dichiarato trattarsi “di frasi sconcertanti che riferivano desideri, fantasie e commenti spiazzanti anche per un uomo in età adulta”. L’iter degli incontri partiva da Facebook e Badoo dove gli adescatori intercettavano le vittime ponendosi nei loro confronti in maniera estremamente confidenziale, da lì gli appuntamenti alle quali le ragazzine, sempre in coppia, si recavano accompagnate dai genitori ignari di tutto.

 

L’incontro consisteva sistematicamente in un viaggio nella zona industriale o negli anfratti del centro storico cittadino e terminava con il consumarsi di atti sessuali, generalmente in macchina, tra le due ragazzine e due, tre o a volte uno solo degli arrestati. Poi via web si commentavano gli incontri e si pianificavano gli appuntamenti successivi. In una spirale di sesso e violenza che nei mesi ha portato ad annebbiare la mente delle ragazzine. Attraverso l’identificazione degli indirizzi IP, e dei numeri di telefono correlati, i militari sono riusciti a risalire all’identità degli avventori uno dei quali residente da circa un mese nella città di Genova. Il procuratore Granieri ha lanciato stamane un monito alle famiglie e agli insegnanti invitando a “porre la massima attenzione negli atteggiamenti e nelle conversazioni dei giovani e a recepire ogni messaggio anomalo. Purtroppo è l’unico metodo che abbiamo per prevenire questo fenomeno che sta infelicemente crescendo a dismisura. Le autorità purtoppo possono intervenire solo quando ormai i fatti si sono consumati”. Ad oggi non si esclude un ampliamento delle indagini.

 

 

 

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