‘’Stanno facendo di tutto per farci chiudere. Ho sette dipendenti, se non fatturo resteranno senza lavoro’’.
COSENZA – Hanno dai venticinque ai trentacinque anni e vogliono fare impresa nella propria città. Sono gli esercenti di sette locali notturni che animano le serate di piazza Santa Teresa. Un gruppo di residenti del quartiere, però, non accetta che sotto i propri palazzi possano intrattenersi dei giovani sino a tarda notte. ‘’Creano intralcio al transito dei pedoni sul marciapiede – spiega Gabriella Marini Serra legale del condominio che ha intentato cause legali contro gli esercenti – e non controllano i propri clienti che sostano in strada invece di stare all’interno dei locali”.
Incontri in Questura, con il Sindaco, proposte, ordinanze sindacali, controlli serrati da parte di ben 14 enti (dall’Asp all’Arpacal) non sono serviti a nulla. Da entrambe le parti si chiede di giungere a un compromesso che stenta a decollare. ‘’Sono cinque persone che hanno come solo scopo farci chiudere, – afferma uno degli esercenti – se mi trovano un posto al catasto sono contento, ci vado a lavorare. Purtroppo devo portare il pane a casa ed il mio locale è già costato circa 60mila euro tra lavori e macchinari”. ‘’Siamo riusciti a creare qualcosa di bello – dice uno dei più giovani degli imprenditori di Santa Teresa – e sono gli stessi cittadini ad ostacolarci. Chiamano le forze dell’ordine in pieno orario di lavoro e chi vede dieci poliziotti davanti ad un locale sicuramente non si avvicina. Il tutto accompagnato da secchiate d’acqua, pannolini sporchi lanciati quasi sui clienti, annaffiatoi che piovono sulle persone che sostano davanti ai locali. Abbiamo provato a parlargli, chiesto di trovare un compromesso, ma loro vanno avanti con denunce assurde. L’ultima perché dicono che vendo alcolici ai minori, però non è mai successo, la mia clientela va dai trenta anni in su”.
Musica e schiamazzi, secondo Marini Serra, alla base del disagio che i residenti sarebbero costretti a subire ogni notte. “Non abbiamo discoteche, qui non si balla al massimo si mangia un panino. Ci si lamenta delle urla, – sottolinea un altro titolare dei sette locali di Santa Teresa – ma bisognerebbe capire l’entità del problema. Cosenza è una città di 70mila abitanti, di questi la metà sono anziani, tolte le persone con un’età al di sopra dei quaranta, quelli che hanno famiglia o che alla sera non escono, il popolo della notte sarà composto al massimo da seicento persone che dividiamo in circa quaranta locali dislocati nell’area urbana. Non siamo a Roma o Milano. Se andassero a piazza Navona a lamentarsi del disturbo della quiete pubblica sarebbero linciati. Eppure qui negli anni ’80 – ’90 c’era solo tossicodipendenza”. Uno dei condomini ha ottenuto l’ordinanza di chiusura anticipata alle 23.30 di uno dei locali che affaccia sulla piazza anche se per il legale dei residenti ‘’basterebbe chiudere a mezzanotte in settimana, poi nel week end potrebbero restare aperti anche fino alle cinque”.
La titolare dell’esercizio oggetto dell’ordinanza lamenta invece che l’orario imposto è quello “in cui in estate arrivano i clienti. Le mie entrate sono state decimate ed ho dovuto licenziare, non ho più la possibilità di pagare i dipendenti. Ho fatto ricorso, ma l’udienza sarà a Novembre”. ‘’Ci stanno togliendo la possibilità di lavorare e far lavorare. Dopo un anno e mezzo – racconta un altro esercente – si sono resi conto che nel mio locale c’era una parete che non andava bene, dopo mesi si rendono conto che le valutazioni tecniche sono sbagliate. Nel mio caso c’è la cappa su fronte strada che prima era legale e adesso improvvisamente, oggi, per il Comune. non lo è più e devo smantellarla nell’immediato. Sottolineo che utilizziamo cappe a carboni attivi, quelle in uso in tutta Europa che trattengono il 96% dei fumi. Sono solo una scusa. In questi palazzi hanno l’amianto vicino a caldaie e cisterne d’acqua, non siamo noi a creare problemi igienico sanitari. Anzi. Noi puliamo ogni sera tutta la spazzatura della piazza, non solo quella dei nostri clienti, anche quella dei condomini”. Intanto la calda estate cosentina scorre lenta tra le poche decine di avventori che ancora animano la piazza e le secchiate d’acqua che cercano di allontanarli.