COSENZA – I medici di base costretti a rispondere alle lamentele e al nervosismo dei pazienti che fanno avanti e indietro, dall’ufficio ticket ai loro studi medici, per le prescrizioni e le prenotazioni degli esami. Ogni ricetta infatti, presenta un codice che, di conseguenza, è legato alla tempistica e che il medico redige in base alla reale necessità del paziente. Quest’ultimo però, recandosi all’ufficio ticket per la prenotazione, non vuole aspettare i lunghi tempi della sanità, e così gli addetti passano a dare consigli superficiali e fuorvianti: “si faccia cambiare il codice dal medico”. Ma le prescrizioni dei medici non sono errate e se non c’è una priorità reale, non si possono correggere come se nulla fosse.
Per ogni tipologia di esame, esistono infatti i cosiddetti codici UBDP (Urgente, Breve, Differita e Programmabile) che non sono scorciatoie. Se un cittadino deve sottoporsi ad un esame che non è ritenuto urgente non può chiedere che questo, venga indicato nella ricetta del medico, il quale compierebbe un illecito non solo legale ma anche morale nei confronti di quei pazienti che davvero necessitano di essere sottoposti ad esami in via d’urgenza. Ma ai cittadini non va di aspettare così tanto e a rincarare la dose ci si mettono gli addetti dell’ufficio ticket.
“Gli operatori – spiega il dottor Mario Rausa, medico di famiglia – suggeriscono ai nostri pazienti di usare le priorità previste dai codici come ‘scorciatoia’ per ottenere visite in tempi compatibili con la prenotazione stessa, ma non tengono conto che questo, obbliga a comportamenti falsi e deontologicamente scorretti, e crea di conseguenza una spaccatura tra medico e paziente”. “Non è etico, né tantomeno giusto e accettabile tale comportamento che va a minare il rapporto di fiducia tra medico e assistito, crea discussioni e di conseguenza l’interruzione di pubblico servizio, perché di fatto impedisce lo svolgersi della normale attività lavorativa”. “Ci sono delle priorità – spiega ancora Rausa – e se un medico dovesse aderire a questo sistema di cose, a pagarne le conseguenze, sarebbero i pazienti che davvero hanno bisogno di un esame in via d’urgenza”.
I pazienti meritano rispetto così come i medici che soprattutto in questo momento svolgono un ruolo importante e sono in prima linea a rispondere ai loro assistiti. Tra le problematiche segnalate ci sarebbe anche il fatto che gli impiegati all’ufficio ticket non sono identificabili perché, quando in servizio allo sportello, non espongono alcun tesserino di riconoscimento con nome e cognome o codice operatore, e quindi, anche se danno ‘consigli sbagliati’ non è possibile capire chi sia quell’operatore che con troppa leggerezza ha detto ad un paziente: “fatevi cambiare il codice dal medico se non volete aspettare”.