Covid, oggi all’Annunziata sarà trattato il primo paziente con anticorpi monoclonali

L’avvio della cura è il risultato del protocollo clinico, frutto dell’accordo tra l’Azienda Ospedaliera e l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza

COSENZA – Questa mattina, il primo paziente Covid-19 in carico in assistenza domiciliare alle Unità Speciali di Continuità Assistenziali di Cosenza, sarà sottoposto al trattamento con anticorpi monoclonali nel reparto di Malattie Infettive, dell’ospedale dell’Annunziata. Per l’Usca di Cosenza, la responsabile del progetto è la dott.ssa Chiara Covelli, giovane medico, già da un anno in prima linea per la lotta contro il virus. Il percorso prevede una prima fase di selezione ed arruolamento dei pazienti tramite telemonitoraggio e visita medica domiciliare.

Secondo quanto si apprende, dopo la segnalazione del paziente che rientra nei criteri di eleggibilità al trattamento, sarà il primario di malattie infettive a convalidarne la conseguente inclusione nel protocollo che prevede l’infusione di anticorpi monoclonali in day hospital, presso il reparto in tempi brevi. Il paziente viene trasferito con autoambulanza del 118 e rientra presso il proprio domicilio in giornata. Importante è la tempestività nell’individuare i pazienti e avviare la procedura di arruolamento che si deve concludere in meno di 48 ore dalla segnalazione. Tale coordinamento ha aperto la strada alla possibilità per i pazienti candidabili di poter beneficiare del trattamento che riduce la possibilità di sviluppare forme gravi della malattia con riduzione della probabilità di ospedalizzazione.

È la nuova arma che abbiamo, oltre alle vaccinazioni – ha dichiarato il direttore sanitario dell’Annunziata Angelo Barbato – si tratta di anticorpi di sintesi che immessi con una trasfusione nel paziente, che dura circa un’ora, riescono a dare una risposta di efficacia altissima, pari anche al 95 per cento, nell’arresto della progressione della malattia”. Le regioni hanno normato in maniera diversa il protocollo terapeutico. “Noi – ha aggiunto Barbato – abbiamo istituito una mail a disposizione dei medici di medicina generale, perché questa terapia va utilizzata su pazienti neo affetti dalla malattia, genericamente nei primi dieci giorni, perché se la malattia evolve non si riesce più a contrastarla efficacemente“.

Dunque, l’Azienda ospedaliera ha istituito l’indirizzo di posta elettronica – anticorpimonoclonali@aocs.it –  per raccogliere le segnalazioni dei pazienti eleggibili per la terapia alle immunoglobuline: i pazienti candidabili sono i soggetti di età superiore ai 12 anni, positivi per SARS-CoV-2, non ospedalizzati per Covid-19, non in ossigenoterapia, con sintomi di grado lieve-moderato di recente insorgenza (e comunque da non oltre 10 giorni) e presenza di almeno uno dei fattori di rischio (obesità, malattia renale cronica, diabete non controllato, immunodeficienze primitive o secondarie, malattia cardio-cerebrovascolare, malattie respiratorie croniche).

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