COSENZA – “Stasera ti faccio volare compà!”, “stai volando!”; da qui il nome del blitz “Fly” scattato all’alba tra Cosenza e Rende. I carabinieri di Cosenza hanno eseguito 6 misure cautelari, di cui 3 in carcere, Pierpaolo Guzzo, Massimo Volpintesta e Candido Perri, due agli arresti domiciliari, Manuel Forte e Francesco Guzzo e una misura di obbligo di dimora per Giuseppe Caruso. I 6 sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso ed estorsione in concorso. Le misure costituiscono l’epilogo di un’attività investigativa condotta tra luglio e novembre del 2019, concernente una fiorente attività di spaccio svolta nel capoluogo bruzio ed in altri comuni dell’hinterland cosentino.
A denunciare la sorella di un indagato
L’indagine ha tratto origine dalla denuncia presentata alla stazione dei carabinieri di Cosenza Principale da parte della sorella di uno degli indagati. La donna ha raccontato dei debiti contratti dal fratello per l’approvvigionamento di droga. A seguito delle prime attività di indagine è emerso che la vittima fosse coinvolta in una fiorente attività di spaccio di cocaina, hashish e marijuana insieme agli altri soggetti destinatari delle misura cautelari.
I carabinieri hanno poi delineato la rete di spacciatori che, incessantemente, con frequenza oraria e dedizione maniacale, dimostrandosi sempre pronti a soddisfare ogni richiesta, erano in grado di rifornire con droghe leggere e pesanti, anche cocaina ed hashish, alcune piazze di spaccio della città e della provincia cosentina. Le indagini hanno portato poi a riscontri e sequestri a carico dei soggetti, coinvolti in qualità di pusher o assuntori, facendo emergere lo spessore e l’accreditamento degli stessi agli occhi degli assuntori.
Le innumerevoli conversazioni intercettate hanno consentito di accertare centinaia di incontri fugaci con repentini scambi di dosi e denaro. Dinanzi all’evidenza della gran mole di elementi di prova raccolti, molti tossicodipendenti sentiti dai carabinieri, hanno ammesso di aver acquistato a più riprese la droga dagli indagati, rendendo informazioni assolutamente collimanti con quanto emerso dalle attività tecniche in ordine alle modalità di spaccio, ai luoghi delle cessioni, ai prezzi praticati, procedendo anche al riconoscimento fotografico degli spacciatori.
Il nome del blitz Fly e le frasi “stai volando”… “domani ti faccio volare e stasera pure”
Gli indagati erano soliti utilizzare un linguaggio criptico, contrattare telefonicamente il prezzo ed il quantitativo delle dosi da cedere, ed in molti casi pubblicizzavano gli effetti che la stessa sostanza avrebbe garantito sull’acquirente. Uno degli indagati riferendosi alla qualità della sostanza stupefacente era solito affermare frasi del tipo “stasera ti faccio volare compà!”, “stai volando!”, “come me sei volato”, “e poi domani e dopo domani ti faccio volare e stasera pure”. Da qui il nome dell’operazione “Fly” riferita appunto alla descrizione che alcuni degli arrestati utilizzavano dare per descrivere gli effetti della sostanza stupefacente venduta.
Coinvolto un anziano di 85 anni, il figlio spacciava
Tra i destinatari di misura anche un 85enne padre di uno dei principali indagati, il quale, secondo le accuse, avrebbe concorso nell’attività di spaccio ricostruita dal figlio 42enne. Quando i clienti non riuscivano a trovare il ragazzo a casa, potevano tranquillamente rivolgersi al genitore, il quale agevolava l’attività di spaccio. In un emblematico passaggio di conversazione telefonica da cui è possibile appunto ricavare il ruolo del genitore, si sente l’anziano padre chiamare telefonicamente il figlio per segnalagli la presenza di un ragazzo che lo stava cercando ed il figlio chiedere “dimmi cosa vuole … che vuole?”… risposta “e che vuole!?”, e l’altro afferma “vuole volare”… “ passamelo passamelo”.
L’estorsione di un orologio oggetto di furto
Un 45enne, secondo le indagini, era principale rifornitore della droga per il gruppo. Le attività tecniche, inoltre, hanno permesso ai militari di accertare la commissione di ulteriori reati, maturati sempre nell’ambito dell’attività di spaccio, come un episodio di estorsione riguardante un orologio oggetto di furto, per la restituzione del quale uno degli indagati chiedeva alla vittima la corresponsione della somma di euro 1.000. Nello specifico, la vittima, identificato in un dipendente orologiaio di una rinomata gioielleria di Cosenza, pagava la somma richiesta pur di rientrare in possesso dell’orologio di valore che gli era stato affidato per la riparazione. Nel corso dell’attività sono stati identificati 42 acquirenti ed effettuati una serie di riscontri oggettivi che hanno consentito di cristallizzare l’attività di spaccio attraverso la segnalazione alla Prefettura di Cosenza di 13 assuntori, nonché di arrestare in flagranza di reato 2 persone e denunciarne altre 3 per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti. Inoltre, nel periodo di riferimento sono stati sequestrati anche complessivamente 113 grammi di cocaina, 10 grammi di hashish e 80 di marijuana.