Giuseppe De Vita era di Trebisacce ed aveva 63 anni. Ricoverato da oltre un mese è il primo medico della provincia di Cosenza a perdere la vita per il Coronavirus. Toccante il ricordo dei colleghi del 188 e del direttore Borselli “Grazie a Giuseppe, al suo buon cuore, alla sua tenacia, alla sua allegria, al suo sorriso”
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COSENZA – Il coronavirus si porta via uno stimato medico, il primo che muore a causa del virus nella provincia di Cosenza. Si tratta di Giuseppe De Vita, 63 anni, dentista e medico del Servizio di emergenza territoriale 118. Originario di Trebisacce, era stato ricoverato a casa del covid il 3 dicembre prima nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Annunziata di Cosenza e poi nello stesso reparto del nosocomio di Catanzaro, dove si è spento la notte scorsa. I funerali si terranno, nel rispetto della normativa anti-Covid, domani alle ore 11 nella chiesa Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria di Trebisacce. Tantissimi gli attestati di stima nei suoi confronti da parte di colleghi e conoscenti, a cominciare proprio dal 118 di Cosenza guidato dal Dottor Borselli che lo hanno voluto ricordare il medico con un toccante messaggio di cordoglio “è arrivata la notizia che non avremmo mai voluto ricevere, dopo una lunga lotta che solo uno tenace come lui poteva ingaggiare, ha dovuto cedere. Purtroppo, il Dr. Giuseppe De Vita non ce l’ha fatta. Tutto il 118 piange per la sua morte“.
“Ancora una volta il virus ha chiesto un tributo altissimo, che getta nello sconforto i suoi familiari, l’intera comunità dei colleghi che con lui lavoravano sul fronte della gestione dell’emergenza e tutte le persone che negli anni avevano potuto apprezzarne le qualità personali e professionali. Ringraziamo tutti per i commenti, le attestazioni di stima, i ricordi indelebili che si sono sovrapposti al dolore per la perdita del dottor Giuseppe De Vita, il primo medico della provincia di Cosenza morto di Covid. Grazie a Giuseppe, al suo buon cuore, alla sua tenacia, alla sua allegria, al suo sorriso. Arrivederci Giuseppe, nessuno di noi ti dimenticherà e ti porteremo per sempre nel nostro cuore. In questo grave momento di lutto restiamo in trincea a difesa della salute di tutta la comunità sapendo che questo è il miglior modo di onorare la memoria di Giuseppe che ha messo la sua vita a rischio per onorare il giuramento di Ippocrate. Chiediamo a tutti di sostenerci in questo frangente molto difficile di questa serrata battaglia al virus. Intensifichiamo le vaccinazioni e non facciamo mancare mezzi e risorse alle strutture sanitarie locali coscienti che la sconfitta del Covid è vicina. La memoria di Giuseppe De Vita sarà con noi quando questa drammatica emergenza vedrà la parola fine. Per Giuseppe la sua fine è solo terrena. Quella del ricordo non ci sarà mai”.
Il cordoglio del Fismu “professionista serio e apprezzato”
Claudio picarelli, segretario regionale di Federazione italiana sindacale medici uniti-Fismu “piangiamo un collega, la perdita di un medico del 118 generoso e in prima linea e anche di un iscritto della prima ora al nostro sindacato. Lo diciamo chiaro alla regione: servono più tutele, più sicurezza. ora basta”. “Giuseppe De Vita, medico del 118 di 63 anni, di Trebisacce, contagiato sul lavoro di Covid19, è deceduto dopo una lunga lotta contro il virus. Una grande persona, molto conosciuta e apprezzata, un professionista serio, un medico sempre in prima linea nel 118, un grave lutto per tutti i colleghi, per tutti gli operatori sanitari del servizio di emergenza-urgenza. Alla sua famiglia va il nostro pensiero, un abbraccio e la nostra solidarietà”.
“La nostra comunità medica e sindacale – continua Picarelli – non dimenticherà questa tragica perdita, un professionista generoso e impegnato nella difesa dei colleghi anche attraverso la nostra sigla sindacale al quale era iscritto. Ora noi prendiamo il suo testimone e continueremo le battaglie per la tutela dei medici, a partire da quelli appunto dell’emergenza-urgenza, da sempre tra i più esposti nella lotta contro l’epidemia, al lavoro spesso a ‘mani nude’ o con organizzazione e condizioni di sicurezza insufficienti e inadeguate. La Regione, i Commissari, il Governo centrale non possono continuare a guardare dall’altro lato, permettendo lo smantellamento dei servizi sanitari, le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti e tragiche per i cittadini e per i medici. Basta vittime, basta camici bianchi morti“.