“Ciò che la sig.ra Bettelini ha redatto, probabilmente non sapendo della vastità del territorio, non è umanamente accettabile. In meno di 15 giorni noi ammalati di Cosenza ed in cura presso la Farmacia di Rende così come gli ammalati di Rende, dovremmo recarci i primi a San Giovanni in Fiore ed i secondi ad Acri per il ritiro dei farmaci salvavita”
COSENZA – Cittadini infuriati per la paventata soppressione della Farmacia Territoriale di Rende: lamentano la possibile chiusura di un servizio per loro indispensabile, per il ritiro dei farmaci salvavita e presidi medici necessari per la loro malattia e/o invalidità. Di seguito la lettera di denuncia di un cosentino, che ha subito tempo fa un trapianto renale e dunque necessita di usufruire della Farmacia Territoriale. Esprime la sua profonda preoccupazione e indignazione per un servizio fondamentale per lui e molti altri malati del territorio.
“Sono un cittadino di Cosenza – si legge nella lettera – che a seguito di un trapianto renale avvenuto 8 anni addietro, mi reco mensilmente presso la Farmacia Territoriale a Rende per il ritiro delle medicine. Sono un tipo curioso e tale curiosità, è purtroppo anche frutto della mia inoccupazione poiché invalido; sono talmente curioso che leggo di tutto, logicamente di quello che mi circonda. Scorrendo il sito ASP di Cosenza, erroneamente, ho aperto un file dall’oggetto Adozione Piano Aziendale e riorganizzazione del Territorio pubblicato il 3 agosto con protocollo 646. Dal titolo sembra che finalmente la sanità sta organizzandosi per avvicinarsi sempre di più al cittadino, una sanità modello con servizi impeccabili.
Leggo, rileggo e rileggo ancora e, con grande senso di stupore e smarrimento, capisco che il titolo mi ha fatto solo sognare per 4 secondi: nulla di tutto questo, anzi, ciò che la sig.ra Bettelini ha redatto, probabilmente non sapendo della vastità del territorio, non è umanamente accettabile. In meno di 15 giorni noi ammalati di Cosenza ed in cura presso la Farmacia di Rende così come gli ammalati di Rende, dovremmo recarci i primi a San Giovanni in Fiore ed i secondi ad Acri per il ritiro dei farmaci salvavita. Non volevo crederci, ho chiesto subito aiuto per interpretare ciò a chi ha studiato poiché il sottoscritto ha un umile diploma professionale e mi è stato confermato quello che avevo intuito. Come si fa a fare tutto questo a noi ammalati? E’ concepibile l’inverno con ghiaccio e neve recarsi ad Acri e San Giovanni per ritirare le medicine? Chi ci rimborserà i viaggi? Gli anziani come faranno? Ma è davvero possibile una cosa del genere?”