Il Tribunale Superiore delle Acque Potabili ha annullato l’ordinanza con la quale il Comune di Cosenza imponeva a Sorical di erogare più acqua rispetto al fabbisogno cittadino
COSENZA – Secondo i giudici la colpa della dispersione idrica nella città dei Bruzi non può essere attribuita a Sorical, Società Risorse Idriche Calabresi S.p.A. Era stata la stessa Sorical a proporre il ricorso al tribunale superiore per ottenere l’annullamento dell’ordinanza contingibile e urgente emessa il 16 gennaio 2017 con la quale il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, aveva imposto alla società ricorrente, l’erogazione della portata istantanea costante minima idrica di 311 litri al secondo.
E inoltre, aveva ordinato alla società di gestione delle reti idriche con effetto immediato per un anno e/o fino al cessare dell’emergenza idrica la consegna delle chiavi dei punti di erogazione della fornitura:
– partitore di via De Rada;
– Cozzo Muoio;
– cabinotto di controllo sull’adduttrice al serbatoio di Serra Spiga.
Il tutto per permettere il controllo dei punti e consentire al Comune l’installazione di propri misuratori di volume e di portata con carattere di certezza, sia in termini di taratura che di omologazione, al pozzetto di arrivo e diramazione della fornitura dell’acquedotto Abatemarco, sito nella zona dello Stadio e presso il serbatoio di via De Rada al fine di provvedere agli interventi urgenti di manutenzione delle citate strutture (a danno), facendo presente che il settore infrastrutture e mobilità assumerà la temporanea presa in carico dei tre punti con lo scopo di porre in essere opportune verifiche e manovre per la soluzione della crisi idrica, installando dei misuratori ed eseguendo interventi urgenti di manutenzione avvalendosi di ditte e tecnici specializzati.
L’ordinanza di Occhiuto
L’ordinanza emessa dal Sindaco di Cosenza alla quale si fa riferimento evidenziava come “la fornitura delle risorse idriche gravasse sulla società Sorical,rilevando come questa e la Regione Calabria non abbaino attuato i lavori e gli investimenti previsti sulle struttura acquedottistiche risultando perciò inadempienti, mentre, viceversa, nel periodo 2011/2016 il Comune avesse eseguito lavori per il rifacimento della rete idrica insieme a interventi di manutenzione che portarono ad una significativa riduzione della dispersione. Aveva disposto per tanto, che a salvaguardia della salute pubblica, attesa l’urgente necessità di assicurare l’approvvigionamento idrico regolare, con particolare riferimento ad ospedali, strutture sanitarie, scuole, altre strutture sensibili,l’erogazione idrica minima di 330 l/s doveva avvenire con carattere dio costanza e continuità e non secondo misurazioni medie”.
Le motivazioni di Sorical
Secondo Sorical invece, “l’ordinanza è stata emessa in assenza di un pericolo grave e irreparabile per l’igiene e la salute pubblica. Per sorreggere l’ordinanza il sindaco avrebbe compiuto una vera e propria requisizione ‘sine titulo’ di impianti regionali indebitamente sottratti a Sorical che si è ritrovata nell’impossibilità di gestirli”. Inoltre, “il Comune non dimostra di aver adottato interventi di manutenzione e miglioramento sulle reti secondarie, diversamente da quanto indicato nelle premesse dell’ordinanza, tant’è vero che il Comune ha ancora bisogno di ricevere quantitativi idrici assai superiori per colmare le perdite idriche presenti nelle reti cittadine“.
La sentenza del Tribunale
Il Tsap scrive che “la responsabilità del fornitore è a monte dei punti di consegna e termina ai nodi di recapito. A valle, la responsabilità è in capo all’Utente-Comune, anche per quanto riguarda la manutenzione degli impianti. Come risulta dalla relazione della Corte dei Conti del 2011 la dispersione di acqua potabile è notevolissima e tale fenomeno interessa anche la città di Cosenza”. E aggiunge che “la dispersione è dovuta anche alla vetustà della rete di distribuzione finale, o rete secondaria o urbana. E’ quasi inutile osservare che, ove la dispersione idrica fosse lungo la grande adduzione (regionale, gestita da Sorical), essa sarebbe irrilevante ai fini della somministrazione agli utenti finali”. Infine, “la dispersione d’acqua nelle reti urbane, considerato lo stato dell’arte delle linee gestite da Sorical, ovvero linea A e linea B, mentre la linea C spetta ai Comuni, non riconducibile a responsabilità del fornitore in relazione, ad esempio, a rotture o perdite verificatesi sugli impianti posti a valle del nodo di consegna”.