La Camera Penale di Cosenza lancia un segnale forte per la tutela dei valori fondamentali di quella toga che Nasrin ha indossato con dignità per la difesa dei diritti umani e che oggi paga a caro prezzo
COSENZA – Un messaggio, quello lanciato dalla Camera Penale di Cosenza “Avvocato Fausto Gullo”, che vuole ricordare attraverso “la collega” Sotoudeh che “i diritti e le prerogative dell’avvocatura ed il diritto di difesa debbano essere garantiti conformemente alle norme costituzionali e internazionali”. Un messaggio che ribadisce il giuramento recitato il giorno in cui si indossa la Toga e, soprattutto, un incitamento a lottare sempre per ciò in cui si crede, per la giustizia, per la difesa dei diritti dell’uomo, così come l’avvocata Nasrin ha tutelato nel suo Paese i diritti umani, in generale, e quelli delle donne, in particolare, sacrificando la sua vita oggi, in un carcere.
Il 24 maggio è stata ufficializzata l’iscrizione. L’avvocata iraniana Nasrin Sotoudeh con il voto espresso all’unanimità nel corso dell’Assemblea dei propri iscritti, dal 24 maggio scorso, fa parte integrante della Camera Penale di Cosenza “Avvocato Fausto Gullo”. Adesso c’è “un’altra Alta Toga”, nella libertà garantita dalla Costituzione, che l’accompagnerà nella battaglia di legale, a difesa dei diritti umani.
Nella delibera di iscrizione si leggono le motivazioni che hanno portato a questa decisione:
premesso che
-lo scorso mese di aprile, la Magistratura iraniana ha condannato l’Avvocata iraniana Nasrin Sotoudeh alla pena di 38 anni di prigione ed a 148 frustate da infliggere sulla pubblica piazza;
-la inumana condanna a pena, anche, corporale della Collega Sotoudeh -pur essendo riferita ad una serie di reati contro la sicurezza nazionale e la morale pubblica, quali lo spionaggio, la propaganda contro lo Stato, la collusione contro la sicurezza nazionale, l’istigazione alla corruzione ed alla prostituzione- riguarda esclusivamente il suo “essere Avvocata anzi, più propriamente, “l’essere Avvocata dei diritti umani”;
-la Collega Sotoudeh è rea, nella sostanza, di aver difeso donne iraniane che avevano tolto il velo per protesta contro l’obbligo di indossarlo, di aver espresso forti censure contro l’applicazione della riforma dell’articolo 48 del codice penale iraniano (nella parte in cui è stato introdotto il divieto, per l’imputato di determinati reati quali crimini politici e mediatici, di nominare un avvocato di fiducia, limitando la scelta nel ristretto novero dei venti legali -su ventimila iscritti- iscritti in un apposito registro validato dall’Autorità giudiziaria iraniana), di essere apparsa in pubblica udienza senza “hijab”;
-il Parlamento europeo ha riconosciuto nella Collega Sotoudeh il simbolo della lotta al fondamentalismo religioso ed alla discriminazione femminile in Iran e l’ha insignita, nel 2012, del “Premio Sakharov per la libertà di pensiero”, il più nobile riconoscimento assegnato alle persone che hanno dedicato la propria vita alla difesa delle libertà individuali;
-il valore della Toga della Collega Sotoudeh è stato riconosciuto, ancor più di recente, nel settembre 2018, con il “Premio internazionale dei Diritti dell’Uomo Ludovix Tarieux”, conferito ogni anno dagli avvocati ad un avvocato che, con la sua attività e la sua sofferenza, si sia distinto, in modo particolare, per la difesa dei diritti umani, la promozione del diritto di difesa, l’affermazione della supremazia del diritto e la lotta contro il razzismo e l’intolleranza, in qualsiasi forma;
-il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, con la Risoluzione adottata il 21 marzo 2013, ha “ricordato” ai propri Stati membri che non può sussistere tutela dei diritti umani nel loro complesso in assenza del “rispetto e il sostegno alle attività dei difensori dei diritti umani, inclusi i difensori donna”;
-innanzi al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite tenutosi a Ginevra lo scorso 11 marzo, il Relatore speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani in Iran ha affrontato il caso della Collega Sotoudeh parlando di “preoccupanti modelli di intimidazione, arresto, procedimenti giudiziari e maltrattamenti di difensori dei diritti umani, avvocati e attivisti per i diritti dei lavoratori che marcano una risposta statale sempre più grave”;
considerato che
-impresso a chiare lettere nello Statuto della Camera Penale di Cosenza, v’è lo scopo di tutelare le funzioni e le prerogative del difensore vigilando affinchè nessuna limitazione venga ad essere imposta poichè soltanto attraverso il ruolo e la libertà del difensore è consentita l’attuazione della giustizia penale nel rispetto del diritto di difesa, per come garantito dalla Costituzione;
-la Toga indossata dalla Collega Sotoudeh -quale unica arma di difesa dei diritti umani nel corso delle battaglie a tutela degli ultimi tra gli ultimi- costituisce il riferimento dell’Avvocatura nell’applicazione, concreta ed effettiva, dei valori espressi nella Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo, nella Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali e nella nostra Carta costituzionale;
DELIBERA
con il voto espresso all’unanimità nel corso dell’Assemblea dei propri iscritti -che si è tenuta il giorno 24 maggio 2019- l’iscrizione dell’avvocata Nasrin Sotoudeh nata in Iran (Tehran) il 30.05.1963 alla Camera Penale di Cosenza “AVVOCATO FAUSTO GULLO”