Il Tribunale della Libertà annulla la misura cautelare della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio al direttore di ragioneria che presto potrà rientrare a lavorare
COSENZA – Lo Tsunami che avvolse Rosaria Guzzo direttore di ragioneria della Regione Calabria la portò ad essere allontanata dal posto di lavoro perchè nell’ambito dell’operazione Lande Desolate, il blitz scattata a dicembre scorso, fu raggiunta dalla misura cautelare dell’interdizione dai pubblici uffici. Sedici soggetti, tra cui dirigenti della Regione Calabria e dipendenti pubblici nonché un imprenditore accusato di essere legato alla cosca Muto di Cetraro, e politici (tra cui il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio) vennero indagati a vario titolo per corruzione, falso in atto pubblico, abuso d’ufficio e frode in pubbliche forniture.
Per il funzionario Guzzo l’accusa è di corruzione impropria. La difesa dell’indagato rappresentata dagli avvocati Giuliana Ricioppo e Attilio Santiago del foro di Cosenza hanno presentato ricorso al Tribunale della Libertà. Il giudice ha accolto la richiesta della difesa e le motivazioni addotte, annullando l’ordinanza del Gip emessa il 12 dicembre 2018, con l’immediata cessazione degli effetti della misura interdittiva applicata. Il dirigente Guzzo, dunque, potrà ritornare presto a lavorare.
I FATTI
Le attività investigative condotte con l’ausilio di articolate indagini tecniche e rilevamenti aerofotografici, secondo gli inquirenti consentirono di ricostruire e riscontrare documentalmente, a giudizio degli inquirenti, plurime violazioni e irregolarità nella gestione e conduzione degli appalti per l’ammodernamento dell’aviosuperficie di Scalea e degli impianti sciistici di Lorica, nonché nella successiva fase di erogazione di finanziamenti pubblici. In particolare, le investigazioni, basate su una copiosa attività di riscontro documentale e sui luoghi di cantiere, avrebbero fatto emergere il completo asservimento di pubblici ufficiali, anche titolari di importanti e strategici uffici presso la Regione Calabria, alle esigenze del privato imprenditore attraverso una consapevole e reiterata falsificazione dei vari stati di avanzamento lavori ovvero l’attestazione nei documenti ufficiali di lavori non eseguiti al fine di far ottenere all’imprenditore l’erogazione di ulteriori finanziamenti comunitari altrimenti non spettanti.