Condannato per violenza: l’Appello cancella la sentenza

COSENZA – Colpevole d’innocenza. Con la cancellazione di una pesante condanna a tre anni e otto mesi di reclusione, inflitta per l’infamante accusa di violenza sessuale ai danni della moglie, è finito l’incubo di Francesco F., finito negli inferi su denuncia della donna.

Quattro anni dopo quella sentenza di primo grado, i giudici della Corte d’Appello di Catanzaro, hanno annullato quella condanna, riconoscendo l’imputato non carnefice ma vittima di un complotto, ordito dalla donna ai suoi danni. Francesco nella sua battaglia legale combattuta con forza per dimostrare la sua innocenza, non è stato solo. Al suo fianco s’è schierato l’avvocato Enzo Belvedere, che non ha mai avuto alcun dubbio sull’estraneità del suo assistito dai fatti oggetto d’accusa. Tutto ha inizio nel 2006. Tra Francesco e sua moglie, i rapporti non sono buoni. Le liti frequenti, le incompatibilità di carattere e una serie di “faccende” intere alla coppia, frantumano il rapporto amoroso, già scricchiolante da tempo. L’uomo decide allora di imboccare lo “svincolo” del divorzio, pensando così di mettere fine a tutte le ostilità. Ma non fa i conti con l’intenzione vendicativa della sua ex, intenzionata a fargliela pagare. In tutti i modi. Così in quello stesso periodo, la moglie, o meglio l’ex, di Francesco F, si presenta dai carabinieri e, tra lacrime e singhiozzi, acconta, nei minimi dettagli, l’inferno domestico in cui è costretta a vivere. Nella sua denuncia, carica di responsabilià nei confronti dell’uomo, inserisce di tutto: violenze fisiche e psicologiche, maltrattamenti e ogni altro tipo di vessazione. L’esposto “bllente” ed articolato, finisce sul tavolo del procuratore della Repubblica di Cosenza che, affida il fascicolo ai pm e delega ai carabinieri l’avvio delle attività d’indagine. La donna, riascoltata, in seguito, non modifica in nessun modo la sua originaria versione dei fatti, anzi a “complicare” il quadro accusatorio nei condfronti di Francesco F, ci pensano anche le “confidenze” della sorella e del cohnato della donna che, delineano un quadro ancora più drammatico di quell’infuocato rapporto sentimentale. Le accuse, travolgono come macerie Francesco F., che piano piano vede “sgretolarsi” le sue certezze, le sue amicizie, i rapporti familiari, le sue abitudini di vita. Solo l’avvocato Enzo Belvedere gli resta fedele, convinto dell’innocenza del suo cliente. I carabinieri, sulla base dei riscontri investigativi e delle prove testimniali, confezionano un fascicolo che viene trasmesso alla Procura della Repubblica che, in base a quanto letto negli atti, chiedono ed otengono dal gup del tribunale bruzio, il rinvio a giudizio per Francesco F.. L’uomo grida la sua innocenza, ma nessuno l’ascolta. Sin dalle prime battute dibattimentali, l’uomo si rende conto che sarà difficle uscire indenni da quel labirinto di accuse, costruite a tavolino ed arricchite da argomentazioni inventate di sana pianta. La sensazione di Francesco F, infatti, purtroppo per lui, non è sbagliata. I giudici del Tribunale cittadino, al termine di una breve camera di consiglio, riconoscono credibile le accuse della donna ed emettono il verdetto di condanna nei confronti dell’uomo. L’imputato cade nello sconfroto e accusa il colpo, ma con il sostegno dell’avvocato Belvedere, trova la forza per reagire. L’occasione si presenta con la richiesta della presentazione dell’Appello. Nei motivi del processo di secondo grado, il penalista del foro di Cosenza, evidenzia quelle anomalie nella ricostruzione della donna e quei dettagli accusatori un pò troppo traballanti. La richiesta di Appello viene accolta dai giudici che, riconoscono valide le argomentazioni dell’avvocato Enzo Belvedere e l’innocenza del suo assistito. Per Francesco F, è la fine di un incubo, durato sei lunghi anni, per il legale cosentino è l’occasione per far emergere la verità giusta e restituire dignità al suo cliente.

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