COSENZA – Dopo anni in cui lo stabile è stato abbandonato al degrado la curia pare voglia venderlo ad un noto imprenditore del settore sanitario.
“Di buon’ora ieri mattina – spiega in una nota il comitato Prendocasa – gli occupanti delle ‘Canossiane’ hanno occupato la Prefettura vista l’imminenza dello sgombero e l’assenza di risposte concrete. Quasi 100 persone (che da 1 anno e mezzo abitano all’interno dello stabile di proprietà dell’ordine delle Canossiane da tempo abbandonato, sopperendo cosi alle lacune di chi dovrebbe garantire il diritto alla casa invece di specularci in maniera clientelare) hanno chiesto ed ottenuto un incontro col prefetto. Pochi giorni dopo gli avvisi di garanzia all’intera ex giunta regionale di centrodestra, per aver impropriamente gestito i fondi dell’edilizia sociale, è paradossale che il problema diventi chi occupa per necessità, rifiutando l’elemosina dei signorotti locali che mercanteggiano sul welfare elargendolo in cambio di voti. Da tempo chiediamo l’apertura di un tavolo sull’emergenza abitativa per affrontare la questione in maniera costruttiva e risolutiva piuttosto che emergenziale.
Sono anni che chiediamo di utilizzare le risorse disponibili che vanno dal patrimonio immobiliare pubblico dismesso ai fondi dedicati (in ordine temporale l’ultimo scandalo riguarda gli ormai famosi 155 milioni di euro per l’edilizia sociale utilizzati per consulenze e altro poco pertinente con il bisogno-diritto casa) che puntualmente finiscono nelle mani dei palazzinari, amici degli amici, sotto forma di risarcimento danni, senza che abbiano messo su neanche un mattone. Dopo l’incontro della delegazione con il prefetto, il sindaco ed il questore, sembra finalmente concretizzarsi il tavolo straordinario sull’emergenza abitativa che dovrebbe svolgersi la settimana prossima mentre, per quanto riguarda lo sgombero, al di là delle rassicurazioni di rito e l’impegno a trovare una soluzione alternativa, non ci sono novità concrete perché ad oggi non abbiamo garanzie che il difficile percorso di occupazione delle “Canossiane” si concluda in maniera positiva.
Sarebbe surreale ed assurdo se prima del tavolo straordinario si procedesse allo sgombero. Per questo chiediamo a tutte quelle esperienze individuali e collettive, le più variegate e diverse, che in questo anno e mezzo hanno incrociato il percorso dell’occupazione di prendere parola pubblicamente testimoniando che in una città ipercementificata il problema è chi costruisce senza limiti e non chi occupa, che in una città in cui l’Aterp è stata tristemente protagonista di clientelismo e cattiva amministrazione il problema sono quelle famiglie che hanno costruito il loro consenso politico grazie alla gestione privatistica dell’edilizia pubblica e non chi occupa. Pensiamo che l’ex istituto delle Canossiane sia una valore di questa città per tutti quelli che ritengono fondamentale svincolare il diritto alla casa dai tentacoli della malapolitica, per tutti quelli che pensano che i diritti si conquistano e non sono in vendita. La soluzione al problema abitativo non può essere una questione di ordine pubblico, di sgomberi e denunce, ma di diritti e coraggio politico”.