RENDE – C’è chi si masturba nei bagni del polifunzionale e chi attende nella penombra per palpeggiare le passanti.
I fatti registrati negli ultimi mesi pare preoccupino parte delle studentesse fuori sede residenti tra Quattromiglia ed Arcavacata. Le forze dell’ordine oltre ad accumulare nei propri archivi le denunce verso ignoti depositate dalle giovani malcapitate, a distanza di un anno dai primi episodi, pare non abbiano ancora individuato neanche uno dei possibili autori delle aggressioni. A nulla sono serviti i dettagliati identikit forniti dalle vittime. Non c’è alcuna pista seguita dagli inquirenti. Nel frattempo il popolo delle ‘fuori-sede’ si divide in due fazioni: le impavide e le impaurite. Su tutte regna la prudenza: “meglio andare in giro in compagnia”. Chi va e torna dall’università a piedi generalmente pare non abbia mai percepito di essere in pericolo. “Abito a Quattromiglia da quando sono a Cosenza – afferma una studentessa – non ho mai avuto nessun problema. Non credo che Rende sia un posto in cui aver paura”. “Dipende tutto da noi – sentenzia un’altra fuori sede – dobbiamo evitare strade buie, fare un uso corretto dei social network, non camminare sole di notte. Come dice uno dei proverbi della Bibbia ‘accorto chi ha visto la calamità e va a nascondersi’. Se so che quella strada è pericolosa non ci passo”. “In realtà – dice con serenità una ventenne – io ne ho solo sentito parlare al Tg o letto sui giornali non conosco nessuno che abbia mai subito molestie”. “Su facebook alcune si sono lamentate – raccontano due ragazze – e noi effettivamente ci siano spaventate. Noi cerchiamo di stare sempre insieme, ma non sempre è possibile perchè ognuno ha i suoi orari. La vigilanza purtroppo è inesistente. Noi si vedono mai, sono come fantasmi quindi dobbiamo stare attente noi. Abbiamo letto testimonianze sui gruppi, nessuno mi ha mai detto niente in maniera diretta. Non ci sentiamo sicure a viaggiare a piedi, ma dobbiamo farlo per forza anche perchè abbiamo corsi che finisco alle 20. Quello che ci resta da fare è solo guardarci intorno. Sempre”.